Secondo i dati forniti dall’Istat, la pandemia causata dal Covid19 ha fatto crollare, nel primo semestre del 2020, matrimonio ed unioni civili, incrementando fortemente separazioni e divorzi.
Se da un lato, il calo è dovuto alle stringenti restrizioni relative alla celebrazione di matrimoni religiosi e civili, che impediscono assembramenti in luoghi pubblici e privati, dall’altro l’incremento di separazioni e divorzi si riconduce al prolungato periodo di tempo passato insieme h24 da molte coppie.
L’analisi Istat del primo semestre 2020 – “seppur basata su dati ancora provvisori”, consente già di misurare l’effetto causato della pandemia da Covid-19 su matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi. Infatti, in quel periodo di tempo, “che ha scontato gli effetti della pandemia solo limitatamente al mese di marzo, la diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 risulta già evidente. Anche se è più contenuta rispetto al bilancio finale: il calo è di circa il 20% per matrimoni, unioni civili, separazioni consensuali presso i tribunali”.
Il vero e proprio crollo si registra, invece, nel secondo trimestre 2020, “proprio per via delle pesanti restrizioni relative alla celebrazione dei matrimoni religiosi durante il lockdown, così come per quelle finalizzate a ridurre gli eventi di stato civile che hanno luogo nei Comuni”.
Sul versante opposto, secondo l’Associazione nazionale divorzisti nel 2020, con il lockdown c’è stato un aumento annuo delle separazioni del 60%. “Sono cresciute tantissimo le richieste dovute principalmente alla convivenza forzata che è poi la fonte di tutti i problemi principali che ci sono all’interno di una coppia”, spiega Matteo Santini, presidente dell’Associazione. “Un conto è condividere i weekend e le sere – continua -, un conto è condividere l’intera giornata con tutti i problemi relativi all’emergenza sanitaria: stress sanitario per la malattia, mancanza di lavoro, convivenza con i figli con le difficoltà connesse alla didattica a distanza. Questo comporta un’esplosione emotiva che porta al desiderio di allontanamento e alla richiesta di separazione”, aggiunge.
Nel 40% dei casi le coppie si sono sfaldate anche per omessi tradimenti, perché con il lockdown è stato più difficile nascondere le doppie vite che i coniugi infedeli conducevano prima della chiusura per Covid.
Secondo gli avvocati matrimonialisti (Ami), “vivere sotto lo stesso tetto per tanti mesi specialmente per le coppie in crisi ha prodotto situazioni insostenibili ed è evidente che tutte queste tensioni non potevano non comportare un aumento delle separazioni”. Secondo l’Ami nel 2020 ci sono state un 30% in più di richieste di separazioni di cui la metà giudiziali, quindi non consensuali, un aumento del 20% dei femminicidi e un aumento del 70% di violenze all’interno della famiglia.