Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione tenuto in settembre, aveva già sottolineato la necessità di procedere nella direzione di superamento dell’attuale frammentazione e complessità dell’architettura informatica presente all’interno dell’Unione europea.
Da quanto si evince dagli esiti delle votazioni parlamentari europee anche la stragrande maggioranza dei deputati concorda su tale necessità.
Il Parlamento ha pertanto chiesto “l’istituzione di un’unità congiunta per il cyberspazio al fine di superare la mancanza di condivisione delle informazioni tra le istituzioni, gli organi e le agenzie UE e garantire una rete di informazione sicura e rapida”.
I deputati appoggiano la missione della Commissione per potenziare la sovranità tecnologica e ridurre la dipendenza da soggetti terzi, come invece è accaduto fino ad oggi. Il cyberspazio è, infatti, oggi gestito da entità commerciali, che risiedono al di fuori dell’Unione europea. Motivo per cui gli eurodeputati vogliono aumentare la cooperazione sulla cyber-difesa: prevenire i possibili attacchi informatici verso obiettivi civili e militari.
L’Unione dovrebbe, dunque, potenziare la propria sovranità tecnologica, stimolare l’innovazione e investire maggiormente nelle capacità di difesa informatica.
Ciò che preoccupa maggiormente sono i potenziali comportamenti aggressivi da parte di Cina, Russia e Corea del Nord contro istituzioni governative e aziende private, oltre che allo spionaggio effettuato mediante il tool Pegasus, un software di tipo spyware realizzato dall’azienda israeliana NSO Group ed utilizzato per tracciare tutte le attività di uno smartphone. Una volta infettato rende lo smartphone un dispositivo di sorveglianza attivo 24 ore su 24, copiando messaggi inviati e ricevuti, raccogliendo foto e registrando chiamate. È dunque utilizzato per sorvegliare politici giornalisti e attivisti dal 2016 ad oggi ed ha avuto un ruolo importante nella fuga di notizie dallo smartphone di Jeff Bezos.
Ecco che dunque i deputati reputano fondamentale la cooperazione informatica Ue-Nato e chiedono risposte congiunte e coordinate agli attacchi informatici, incluse sanzioni contro gli attori ostili.
“Negli ultimi anni c’è stata una continua crescita delle operazioni informatiche dolose” – ha affermato il relatore della risoluzione Urmas Paet – L’Unione e i suoi Paesi membri devono rafforzare le loro capacità di difesa per rispondere con successo a queste minacce informatiche. Pertanto, è di fondamentale importanza rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri dell’Ue e le istituzioni, la Nato, gli Stati Uniti e gli altri partner strategici”.