Sempre più persone stanno svolgendo due lavori a tempo pieno. Questo fenomeno, chiamato poliworking, sta diventando sempre più diffuso negli Stati Uniti, soprattutto tra i giovani. Non si tratta più del classico “lavoro dei sogni”, ma di una realtà in cui molte persone si trovano a dover svolgere più di un impiego contemporaneamente. Questo accade sia per cercare di guadagnare di più sia per far fronte all’instabilità del mercato del lavoro. Dopo il periodo delle grandi dimissioni, sono soprattutto i lavoratori più giovani, Millennials e Gen Z, a dover affrontare il poliworking.
Secondo un sondaggio condotto dall’azienda statunitense Paychex, il 40% delle persone negli Stati Uniti dichiara di svolgere più lavori contemporaneamente, con la generazione Z (ossia i nati tra metà anni ’90 e metà anni 2000) che risulta essere la più propensa a farlo, con il 46% del totale. La maggior parte di coloro che hanno più lavori a tempo pieno sono freelance (92%) o alle prime fasi delle loro carriere (79%) mentre i dipendenti di livello superiore sono meno propensi a svolgere più lavori contemporaneamente. I settori in cui si trovano più lavoratori con due o più impieghi sono la tecnologia, il marketing e la finanza. In particolare, coloro che lavorano da remoto risultano essere più propensi al poli-lavoro (81%), seguiti da coloro che lavorano in modalità ibrida (79%).
Anche se questi dati si riferiscono agli USA è difficile immaginare una situazione diversa in Europa.
Il poliworking moderno riguarda soprattutto i lavori digitali, cioè gli impieghi che richiedono di stare al computer e che consentono di svolgere due mansioni diverse contemporaneamente. I lavoratori con due o più impieghi oggi potrebbero trarre vantaggi da questa nuova tendenza, come ad esempio guadagnare di più senza aumentare le ore di lavoro o riempire i tempi vuoti tra una task e l’altra.
Avere più di un lavoro a tempo pieno presenta vantaggi, ma anche sfide. Se si sceglie di farlo per scelta, e non per necessità economica, è importante considerare il tempo a disposizione. È fondamentale che i capi e i colleghi non notino un impegno minore, assenze prolungate o ritardi. Le performance dei poli-lavoratori devono essere sempre soddisfacenti per evitare il rischio di burnout (ossia esaurirsi, bruciarsi dal punto di vista emotivo, fisico e mentale) e per massimizzare le prestazioni in entrambe le mansioni. Questa opportunità potrebbe essere interessante per coloro che hanno molta energia e tempo libero nel loro lavoro principale.
Tuttavia, nonostante la maggiore libertà finanziaria e la possibilità di avere molteplici sbocchi creativi, la ricerca dimostra che i contro potrebbero superare i vantaggi. I poli-lavoratori sono più inclini a sentirsi esausti, stressati e privi di ispirazione. Sebbene siano leggermente più soddisfatti del loro equilibrio tra lavoro e vita privata, sono anche significativamente meno produttivi e riferiscono di preferire un ruolo più sicuro e stabile. Inoltre, i manager spiegano che i dipendenti in poliworking possono essere più difficili da gestire rispetto a quelli con un lavoro tradizionale.
Nonostante ciò, il poliworking sta diventando sempre più popolare tra le giovani generazioni.
(S.F.)