L’Edpb, Autorità europea di regolamentazione dei dati, ha imposto a Meta il divieto di pubblicità comportamentale in tutti i Paesi dell’Unione europea. Il divieto di tale pubblicità, che prende di mira gli utenti raccogliendo i loro dati, è l’ennesima battuta d’arresto per il gigante statunitense Meta. L’azienda si è opposta al divieto di questa pratica e ora rischia di essere multata per il 4% del suo fatturato.
L’Edpb ha incaricato la Dpa irlandese (Paese dove si trova la sede europea di Meta) di adottare, entro due settimane, misure definitive riguardanti Meta Ireland limited e di imporre il divieto al trattamento dei dati personali per la behavioural advertising. Meta, in realtà, aveva già da tempo confermato l’intenzione di dare agli utenti Ue l’opportunità di esprimere il proprio consenso, offrendo un modello di abbonamento per evitare le pubblicità. «Abbiamo già annunciato che daremo alle persone nell’Unione europea la possibilità di esprimere il proprio consenso e, a novembre, offriremo un modello di abbonamento per ottemperare i requisiti normativi», spiega un portavoce dell’azienda.
Ma il presidente dell’Edpb controbatte: «Dopo un’attenta considerazione, l’Edpb ha ritenuto necessario incaricare la Dpa di imporre un divieto di trattamento a livello dello Spazio economico europeo. Già nel dicembre 2022 avevamo chiarito che il contratto non costituisce una base giuridica adeguata per il trattamento dei dati personali. Inoltre, secondo l’Authority irlandese, Meta non ha dimostrato di aver rispettato gli ordini imposti alla fine dell’anno scorso. È giunto il momento che Meta renda conformi i propri trattamenti e interrompa quelli illeciti».
F. S.