Il progetto è partito da una semplice richiesta fatta al computer: progettare un sistema in grado di camminare su una superficie piana.
L’algoritmo pensato dal ricercatore Sam Kriegman e dal suo team è stato estremamente rapido nell’elaborazione di tale richiesta e, in pochi secondi, è stato in grado di progettare una macchina che cammina efficacemente.
Nello spiegare la portata innovativa del progetto, il ricercatore ha sottolineato che “prima che qualsiasi animale potesse correre, nuotare o volare nel nostro mondo, ci sono stati miliardi di anni di tentativi ed errori. Questo perché l’evoluzione non è dotata di previsione e non può sapere in anticipo se una mutazione specifica sarà vantaggiosa o dannosa. Noi abbiamo scoperto il modo di superare questa limitazione, abbreviando istantaneamente miliardi di anni di evoluzione […] È interessante perché non abbiamo detto all’intelligenza artificiale che un robot dovrebbe avere le gambe. Ha riscoperto da sola che gli arti inferiori sono un buon mezzo per muoversi sulla terraferma”.
In soli nove tentativi l’intelligenza artificiale ha generato una macchina in grado di camminare con una velocità pari alla metà della lunghezza del suo corpo al secondo, un risultato non paragonabile alle capacità di nessun animale che abbia mai camminato sulla Terra.
Il robot progettato dall’AI (definito xenobot, robot “vivente”) è piccolo, deformabile, dotato di tre gambe e per i ricercatori della Northwestern University rappresenta un ulteriore passo nell’esplorazione del potenziale della vita artificiale. L’AI, inoltre, ha proposto un’aggiunta curiosa al design del robot: alcuni fori disposti a caso lungo il corpo della macchina. Secondo i ricercatori questi fori potrebbero avere l’obiettivo di ridurre il peso e aumentare la flessibilità, permettendo quindi al dispositivo di piegare le gambe per camminare. Tuttavia rimangono inspiegate altre caratteristiche inusuali del robot, come le pinne sulla schiena e la faccia piatta, che sembrerebbero essere frutto della casualità dell’algoritmo.
L’algoritmo impiegato nella realizzazione del robot si distingue dagli altri sistemi di AI perché, per funzionare, non richiede un supercomputer o enormi moli di dati. Inoltre, come ha sottolineato Kriegman, “quando gli esseri umani progettano robot, tendono a progettarli in modo che assomiglino a oggetti familiari. Ma l’intelligenza artificiale che abbiamo sviluppato può creare nuove possibilità e nuovi percorsi che gli esseri umani non hanno mai nemmeno preso in considerazione”.
In futuro, i robot progettati dall’intelligenza artificiale potrebbero anche rappresentare degli strumenti davvero utili, impiegabili per cercare persone intrappolate sotto le macerie di edifici crollati, diagnosticare e riparare problemi nei sistemi fognari o addirittura entrare nel corpo umano diagnosticare/curare malattie.
M.M.