L’intelligenza artificiale sta cambiando anche il modo in cui la pubblica amministrazione fa i suoi acquisti. I processi di procurement, cioè tutte le attività legate a gare, appalti e forniture, diventano oggi più veloci ed efficienti grazie all’uso di tecnologie intelligenti come chatbot, sistemi automatici e strumenti di analisi dei dati.
Molti passaggi che prima richiedevano tempo e interventi manuali, come il controllo dei documenti o la gestione delle offerte, possono essere automatizzati. Questo aiuta a ridurre gli errori, risparmiare risorse e migliorare i tempi delle procedure. Inoltre, l’AI può analizzare i dati del passato per aiutare le amministrazioni a prevedere i bisogni futuri e pianificare meglio gli acquisti.
Ma l’uso dell’intelligenza artificiale porta anche nuove responsabilità. È importante che i sistemi siano trasparenti, sicuri e che rispettino le regole. Le decisioni automatiche devono essere sempre comprensibili e controllabili. È necessaria quindi anche un’evoluzione culturale e di formazione all’interno delle amministrazioni, accompagnata da adeguati investimenti in competenze e governance.
Il procurement pubblico può diventare un laboratorio per dimostrare come tecnologia e legalità possono avanzare insieme. Governare l’intelligenza artificiale, infatti, significa prima di tutto decidere come e per chi deve funzionare. E, in ambito pubblico, la risposta non può che essere: al servizio dei cittadini.
A.C.
Diritto dell’informazione
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