Era prevedibile che accadesse, ma non con queste proporzioni. Nonostante il divario tecnologico e le resistenze culturali che finora hanno tenuto molti italiani lontani dal commercio via web, gli acquisti e i pagamenti on line ai tempi del Coronavirus hanno subìto una vera e propria crescita esponenziale.
Una indagine Nielsen relativa al periodo 16-22 marzo evidenzia come le vendite on line di prodotti di largo consumo abbiano registrato un aumento del +142,3%, in rialzo del 45% rispetto al trend della settimana precedente. Secondo l’indagine, c’è una accresciuta richiesta per l’acquisto on line di generi alimentari a lunga scadenza come farina, burro e uova. Seguono, tra i prodotti più venduti, quelli per la salute e la prevenzione, come guanti, candeggina, detergenti per superfici, sapone per le mani, liquido e solido e alcol denaturato. I prodotti alimentari definiti da “effetto casa o quarantena”, vale a dire pizze surgelate, vino e birre alcoliche, oltre ad affettati e latticini, e il “comfort food”, sono anch’essi molto gettonati. Notevole in Italia risulta altresì l’aumento delle vendite di camomilla.
A fronte della crescita della domanda, gli operatori della filiera del commercio elettronico stanno mettendo in campo molte risorse per garantire ai cittadini un servizio efficiente, dando priorità al rifornimento di beni primari. In particolare, sono molti gli investimenti nella tecnologia per gestire in sicurezza l’intera catena del valore, in un contesto di richieste senza precedenti che prevedono un aumento di tutte le risorse, dai mezzi di trasporto al personale.
Ci sono comparti abituati a trainare il settore del commercio digitale in Italia e a guidare l’export che invece di questi tempi sono in affanno, come il turismo e l’abbigliamento. Una volta rientrato l’allarme sanitario sarà necessario incoraggiarli con misure ad hoc, visto che sono fondamentali per l’Italia.