Attualmente gli esperti sanno che i sintomi precoci della malattia di Parkinson compaiono anche fino a due decenni prima che una diagnosi clinica sia possibile. Tuttavia, non si è ancora riusciti a individuare un biomarcatore oggettivo facile da monitorare per uno screening della popolazione su ampia scala. Di conseguenza, le indagini e la diagnosi avvengono solo quando i sintomi sono già evidenti, momento in cui oltre il 60% dei neuroni che producono dopamina sono già morti e le terapie sono solo sintomatiche.
Lo studio condotto dall’Università di Cardiff si inserisce nel filone di ricerca di biomarcatori oggettivi per la diagnosi precoce del Parkinson. Il team ha analizzato i dati raccolti in una sola settimana dagli smartwatch forniti a più di 100.000 persone all’interno del progetto di ricerca sulla salute dei britannici della Uk Biobank. Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, i ricercatori hanno individuato delle anomalie nei dati di movimento registrati dagli smartwatch, segnali precoci che qualcosa stava succedendo nella substantia nigra, la parte del cervello che degenera nella malattia di Parkinson.
Secondo Cynthia Sandor, la coordinatrice dello studio, questi sottili sintomi, che possono essere sia motori che non motori, spesso passano del tutto inosservati, ma le tecnologie contenute negli smartwatch registrano queste variazioni, che possono poi essere individuate nei tracciati. L’intelligenza artificiale sviluppata dal team britannico è stata in grado di individuare un modello di diminuzione della mobilità nelle persone con i prodromi del Parkinson rispetto alle oltre 40.000 persone del gruppo di controllo. Questo pattern pre-patologico sarebbe rintracciabile fino a 7 anni prima delle manifestazioni cliniche della malattia.
Lo studio ha anche individuato una diminuzione della durata e della qualità del sonno sia nelle persone con diagnosi di Parkinson sia in quelle che lo avrebbero sviluppato in seguito. Anche se è necessario fare ancora molto lavoro prima che questo sistema sia ammesso nella pratica clinica, questa scoperta segna un significativo balzo in avanti nella diagnosi precoce della malattia di Parkinson e suggerisce che dispositivi come gli smartwatch potrebbero svolgere un ruolo chiave nel monitoraggio clinico.
(F.S)