Kyrill Martynov, vicedirettore e opinionista politico di Novaya Gazeta, è stato costretto a sospendere le pubblicazioni a causa delle pressioni ricevute da Roskomnadzor, l’agenzia federale che vigila sulla comunicazione.
Il sito della testata, visitato ogni giorno da oltre 2 milioni di persone, ha una missione chiara: fornire ai russi informazioni veritiere sulla guerra allo scopo di fermarla. Infatti, come conferma Martynov in un’intervista alla Stampa, l’opinione pubblica in Russia oscilla: «c’è una parte relativamente piccola di russi che sostiene attivamente la guerra e agisce in simbiosi con la propaganda di Stato. Ma c’è un numero altrettanto grande di miei connazionali che è attivamente contro la guerra».
Tuttavia fare il giornalista a Mosca diventa sempre più difficile, sia a causa della censura militare che impedisce di scrivere riguardo le effettive operazioni di combattimento, sia per le accuse di tradimento e la possibilità di essere perseguitati a causa del proprio lavoro. Dal 28 marzo le autorità russe, sotto la minaccia di pene detentive, chiedono di fare riferimento solo ai dati ufficiali del ministero della Difesa, che però secondo il vicedirettore di Novaya Gazeta sono inaffidabili. Il suo giornale, prima di sospendere le pubblicazioni, ha quindi scritto della catastrofe umanitaria in Ucraina, delle città distrutte, del richiamo forzato alle armi nella repubblica separatista di Lugansk, del crollo dell’economia e della società russa.
L’informazione potrebbe rivelarsi uno degli elementi che contribuiscono a spostare il proverbiale “ago della bilancia” a favore della realtà, della pace, ma secondo Martynov questo non puo’ avvenire senza il sostegno dell’Occidente al mondo dell’informazione indipendente in Russia: «vogliamo che Novaya Gazeta e altri media russi indipendenti continuino a esistere sulle vostre pagine».