La facilità con cui è possibile mentire o creare un profilo sui social network fa sì che il reato di sostituzione di persona sia molto frequente in rete.
Diverse sono le casistiche in cui si incorre nel reato di sostituzione di persona sui social.
Integra il delitto di sostituzione di persona la condotta di colui che crea ed utilizza un profilo su un social network servendosi abusivamente dell’immagine di un diverso soggetto (e inconsapevole), in quanto idonea alla rappresentazione di un’identità digitale non corrispondente al soggetto che ne fa uso.
Integra l’ipotesi di sostituzione di persona la condotta di chi crea un falso profilo Facebook con il quale contatta i conoscenti della vittima per rivelarne l’orientamento sessuale.
Attenzione, perché anche la falsa attribuzione di una qualifica professionale può integrare il reato. La norma punisce infatti anche le attribuzioni di qualità cui la legge attribuisce effetti giuridici. Si pensi alle false identità su skype o su social network di chi millanta posizioni professionali di prestigio per corteggiare le vittime, invitarle a falsi colloqui di lavoro o per aumentare i propri follower.
Un classico esempio di sostituzione di persona è quella di chi, per vendicarsi dell’ex, iscrive in Internet un profilo falso con il nome della vittima al fine di diffonderne i dati personali o di recarle molestia.
Secondo la Cassazione, integra il delitto di sostituzione di persona la condotta di chi inserisca nel sito di una chat line erotica il recapito telefonico di un’altra persona associato ad un nickname di fantasia, qualora abbia agito al fine di arrecare danno alla medesima, giacché in tal modo gli utilizzatori del servizio vengano tratti in inganno sulla disponibilità della persona associata allo pseudonimo a ricevere comunicazioni a sfondo sessuale.
Ancora, c’è sostituzione di persona e commette reato anche chi si spaccia per single sperando di rimorchiare. Infatti, nel 2016, la Cassazione aveva stabilito che il marito che si finge single per conquistare l’amante commette il reato di sostituzione di persona.
Si trattava del caso di un uomo che per prolungare la relazione con l’amante le aveva mostrato un finto atto di annullamento del matrimonio per poi frequentare insieme a lei un corso prematrimoniale. Senza dubbio in questo caso sussiste l’attività ingannatoria che, per pacifica giurisprudenza, sta alla base del reato. Da qui a configurare la fattispecie anche nel caso in cui l’utente di Facebook menta sul proprio “status” del profilo web definendosi “single”, il passo è breve e scontato.
Spesso la creazione di fake sui social network, oltre che per sostituzione di persona, viene contestata insieme ad altri reati, come diffamazione, molestie o atti persecutori.