Sono molti i problemi sollevati dall’ormai continuo innesto di sistemi di IA nelle fasi di selezione del personale da assumere. Per quanto le nuove tecnologie consentano una maggiore rapidità del processo, l’automazione di quest’ultimo non è immune da criticità, specialmente legate agli aspetti giuridici e alla valutazione dei curricula.
Tutto questo va messo in relazione con il trattamento dei dati personali dei candidati. Il documento di riferimento è l’articolo 9 del GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali stipulato nel 2018. Questa normativa impone a chi dovrà trattare tali dati di farlo con la massima correttezza, proteggendoli e adottando le misure di sicurezza adeguate.
Con l’innesto dell’IA, questo processo diventa ancora più delicato da gestire. C’è infatti il rischio che queste tecnologie agiscano in maniera errata e violino parte delle normative del GDPR, soprattutto quando si entra nell’ambito della valutazione dei curricula.
È infatti risaputo che diversi sistemi di IA non sono immuni da bias cognitivi e questo può influenzare negativamente il processo di assunzione di nuovo personale. Bisogna quindi accertarsi che la tecnologia scelta possa garantire l’equità più assoluta, onde evitare di incorrere in episodi di discriminazione.
S.C.
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