Il fatto che il giornalismo e i media in generale non siano visti particolarmente di buon occhio dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è noto già da tempo. L’inquilino della Casa Bianca, sin dalla sua campagna elettorale, ha sempre espresso un certo dissenso nei confronti della stampa, specialmente quella lontana dalla propria fazione politica.
Nei primi mesi di ritorno a Washington, Trump si è immediatamente mosso contro alcuni organi giornalistici per impedirne la lineare attività. La sua attenzione è stata in particolar modo rivolta a quelle testate lontane dalla destra americana.
Più che la stampa generica, la fazione che sembra essere maggiormente nel mirino della nuova amministrazione è quella dei whistleblower. Si tratta di insider che fanno spesso da fonte per numerosi giornalisti in materia di denunce per illeciti o azioni contro la legge da parte di molte organizzazioni.
Sebbene anche vecchie amministrazioni, come quella di Barack Obama e di Joe Biden, non avessero ottimi rapporti con i whistleblower, quella di Trump sembra essere decisa a rafforzare ulteriormente il pugno di ferro. L’obiettivo è quello di farsi rivelare il nome delle diverse fonti dai giornalisti stessi, per colpirne l’operato.
S.C.
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