In ambito normativo, prima del 2017 in Italia non esisteva una legge specifica per regolamentare il cyberbullismo come fenomeno autonomo. Molte delle azioni in tale ambito erano punite tramite il Codice penale allacciandosi alle norme sulla responsabilità civile o sul trattamento dei dati personali. Ciò che mancava era un vero e proprio focus legislativo sul bullismo online che ne definisse margini e sanzioni.
Il 18 giugno del 2017 entra in vigore la legge del 29 maggio 2017 n.71 denominata “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. Con questa legge sono stati introdotti diversi principi quali delle linee guida per definire e distinguere le condotte di bullismo tramite mezzi telematici, la diffusione di contenuti online sul minore riguardante anche il nucleo familiare allo scopo di isolare, ridicolizzare o danneggiare. Si parla anche di prevenzione con direttive e raccomandazioni per l’educazione scolastica attraverso corsi di formazione e aggiornamento per tutto il corpo docenti e altro personale.
Una novità è la possibilità di strumenti per la rimozione o oscuramento del contenuto dannoso: i minori stessi o i genitori possono richiedere al gestore del sito o del social la rimozione, il blocco o l’oscuramento di contenuti che rientrano nella definizione di cyberbullismo. Se il gestore non interviene entro 48 ore può intervenire il Garante per la protezione dei dati personali.
Un fenomeno che vede sempre più spesso come protagonisti i minori è quello del ‘revenge porn’, regolamentato dalla legge n.69 del 19 luglio 2019 in cui si prevedono delle sanzioni per la divulgazione di immagini o video sessualmente espliciti senza consenso. Anche nella normativa Europea GDPR vede delle tutele specifiche verso i minori, principalmente sull’uso dei dati di questi.
L’ultimo aggiornamento normativo riguarda la legge del 17 maggio 2024 n.70 che introduce alcuni elementi fondamentali come la ridefinizione del cyberbullismo in tutte le sue possibili forme, un piano di potenziamento delle attività di prevenzione e l’obbligo di campagne informative.
J.S.
Diritto dell’informazione
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