È passato poco più di un mese da quando il New York Times ha pubblicato le nuove linee guida sull’utilizzo di Twitter da parte dei propri giornalisti, affermando che tale intervento era dovuto al fatto che «Twitter stava rubando troppo tempo ai reporter». Inoltre, i contenuti pubblicati dai giornalisti causavano reazioni che danneggiavano la reputazione sia della testata che del suo staff. Adesso, all’interno del New York Times, l’utilizzo di Twitter è diventato opzionale e non costituisce un requisito necessario allo svolgimento del lavoro giornalistico.
Dopo l’acquisizione del social da parte di Elon Musk, anche il The Guardian ha pubblicato nuove linee guida sull’utilizzo del social media per il proprio staff. Le direttive si basano «su un ampio contributo di giornalisti e personale commerciale dell’editrice Guardian News Media, nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Australia».
Guardian News Media non pretende che i propri giornalisti abbiano una presenza costante o un grande seguito sulla piattaforma, perché è possibile svolgere bene il proprio lavoro anche utilizzando i social media solo occasionalmente, per la condivisione di articoli o il monitoraggio dei media o ancora la raccolta di notizie/ricerca di fonti.
Il New York Times e il The Guardian sono due testate conosciute per l’accuratezza e l’affidabilità con le quali riportano le notizie e i giornalisti che vi lavorano, in particolare quelli che godono di un ampio seguito digitale, dovrebbero prestare particolare attenzione a non confondere i fatti con le opinioni nel momento in cui utilizzano i social media. Anche Mi piace e Retweet non vanno utilizzati con superficialità. Bisogna tutelare la propria reputazione di giornalista, insieme a quella della testata per cui si scrive.
Il memo della testata inglese sconsiglia fortemente l’uso dei social media per esprimere qualsiasi forma di controversia interna con colleghi o collaboratori, o con GNM. Infine si ricorda che: «Come giornalista il tuo lavoro è dare notizie per GNM, sulla piattaforma di GNM, non sui social media. Twitta le ultime notizie solo se il direttore condivide che tu lo faccia, piuttosto che segnalarlo per il sito web».
Il The Guardian incoraggia il personale ad eliminare tutti i propri tweet e post pubblicati sui social. Il servizio TweetDelete consente di eliminare tutti i contenuti pubblicati per la cifra di $6,99 al mese e tale costo potrà essere addebitato direttamente alla testata.
Il Nieman Lab riporta che il Guardian «pianifica anche di creare un nuovo ruolo nell’ufficio del caporedattore che includa la responsabilità dei social media, in modo che i giornalisti abbiano qualcuno con cui parlare per consigli e supporto di esperti, anche su abusi o molestie, quando necessario».