La Commissione ha pubblicato il 2 febbraio la sua proposta con la quale intende classificare le fonti di energia verdi e convogliare miliardi di euro in investimenti. Il testo stabilisce che gas e nucleare sono entrambe fonti di transizione, utili per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Non si tratta di uno strumento di politica energetica a livello europeo, ma intende offrire utili punti di riferimento al settore finanziario. Le scelte energetiche rimangono nelle mani dei governi.
La proposta di atto delegato è stata messa al voto del collegio dei commissari e la maggioranza si è detta favorevole.
Spagna, Portogallo, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Austria e Lussemburgo si sono già dichiarati contrari all’inclusione di gas e nucleare.
Il Ministro austriaco dell’Energia, Leonore Gewessler, ha minacciato azioni legali contro la decisione che ritiene un programma di greenwashing perché il testo non sarebbe in linea con il regolamento sulla tassonomia energetica. Secondo l’Organizzazione europea dei consumatori, considerare fonti verdi l’energia nucleare e il gas fossile è ambientalismo di facciata, la tassonomia doveva essere il gold standard nella lotta contro il greenwashing nei servizi finanziari, invece si rivelerà uno strumento di greenwashing per investimenti che danneggiano il clima.
Il fatto di aver messo entrambe le energie nello stesso atto crea problemi perché il gas emette CO2 e non può essere considerato sostenibile, però è un’energia necessaria per la transizione ecologica; per quanto riguarda il nucleare, non si è ancora risolto il problema dello smaltimento delle scorie, che viola il principio di non arrecare danno significativo.
L’atto delegato verrà vagliato dal Consiglio e dal Parlamento; entrambe le istituzioni potranno solamente respingerlo. Entro l’estate l’UE dovrà scegliere definitivamente.