L’Intelligenza Artificiale è un complesso sistema nel quale interagiscono diverse famiglie tecnologiche (sia hardware che software) che collaborano per apprendere schemi funzionali all’elaborazione in tempo reale di varie informazioni e dati.
Bisogna tenere in considerazione, come sottolinea il teologo Paolo Benanti, che il software non è solo un artefatto tecnico, ma anche un fenomeno socio-tecnico, con un impatto significativo su società e cultura.
Per garantire una strategia pubblica e privata efficace in ambito AI è necessario un approccio che combini gestione del rischio, antropocentrismo ed etica, promuovendo relazioni stabili e costanti tra AI e sostenibilità economica, sociale ed ambientale, in relazione a normative diverse.
L’antropocentrismo e la sostenibilità dovrebbero essere considerati metodi da seguire in ogni fase della strategia, non solo come obiettivi, poiché il risultato economico atteso potrebbe non essere sempre raggiunto.
L’Accountability dovrebbe manifestarsi in modo costante nella gestione e governance dell’AI aziendale. Questo principio, previsto dal GDPR, sta guadagnando sempre più importanza e sta assumendo un significato più ampio, evolvendosi in un processo di responsabilizzazione dinamico, applicabile anche in contesti diversi da quelli iniziali.
Le innovazioni che vengono introdotte hanno un impatto su: modello di governance, sistema decisionale, bilancio (sia finanziario che patrimoniale), responsabilità legate alle scelte (in esigendo) e al monitoraggio (in vigilando), soprattutto considerando l’influenza crescente del Codice della Crisi d’Impresa, che sottolinea l’importanza di un “adeguato assetto organizzativo”.
Il Risk Management è uno dei pilastri fondamentali, contribuisce a una maggiore consapevolezza ex ante sui potenziali scenari futuri, con l’obiettivo di sviluppare una strategia articolata di misure di prevenzione, mitigazione e gestione condivisa a tutti i livelli dell’organizzazione.
La Compliance non deve mai essere interpretata come “inutile burocratizzazione” (figlia del copia-incolla), poiché potrebbe scoraggiare le imprese e aumentare inutilmente i costi. Contrariamente, il nuovo “modello organizzativo adeguato” dovrebbe rappresentare un’evoluzione di un “cruscotto innovativo di gestione”.
M.M.