I prodotti contraffatti stanno invadendo il mercato delle vendite online. A dimostrarlo è lo studio Misuse of e-commerce for trade in counterfeits’ (Uso improprio del commercio elettronico per la vendita di prodotti contraffatti), realizzato dall’’ufficio Ue per la proprietà intellettuale (Euipo) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (Ocse) sull’uso improprio del commercio elettronico per la vendita di prodotti contraffatti. Secondo i dati infatti, il 56% dei sequestri doganali alle frontiere dell’Unione Europea riguarda prodotti falsi.
Dalla Cina proviene il 75% dei prodotti contraffatti, seguita da Hong Kong (5,7 %), Turchia (5,6 %) e Singapore (3,3 %). La Cina è un paese di provenienza dominante anche quando si valuta il valore dei prodotti contraffatti acquistati online, con una quota del 68%. Prodotti di profumeria e cosmetici (75,3%), prodotti farmaceutici (71,9%) e occhiali da sole (71,3%) presentano la percentuale più elevata di sequestri legati all’acquisto online.
Secondo lo studio anche i piccoli colli vengono usati come canale per le reti di commercio online illecito, poiché le imprese se ne servono per spedire direttamente la merce ai consumatori, ma anche perché le spedizioni di minor volume permettono di ridurre le potenziali perdite associate ai sequestri. Infatti, nel quinquennio 2015-2019 il traffico dei colli è aumentato più del 70%, raggiungendo i 21,3 miliardi di pezzi a livello mondiale nel 2019. Il 90% dei prodotti spediti in questo modo appartiene al settore elettronico. I prodotti falsi che vengono spediti in navi container sono di maggior valore.
L’indagine evidenza poi che la maggior parte del commercio online a livello mondiale avviene nella modalità business to business (da impresa a impresa), ossia l’82% del valore totale, mentre il restante 18% (2019) avviene nella modalità business to consumer (da impresa a consumatore). I sequestri associati a vendite online rappresentano solo il 14% del valore totale dei sequestri, rispetto all’86% dei sequestri relativi a prodotti spediti in container. Tuttavia, alcuni di questi prodotti spediti in container sono destinati a centri di distribuzione nell’Ue, da cui a loro volta vengono spediti a consumatori che li hanno acquistati online. Ciò potrebbe una centralità del commercio elettronico nella vendita di prodotti contraffatti.