Il voto elettronico rappresenta, in termini generali, uno dei principali terreni di sperimentazione dei nuovi diritti di cittadinanza, in particolare del diritto di partecipare in maniera più diretta alla vita pubblica e politica, che sono sorti a seguito della diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione in ogni aspetto della quotidianità.
In Trentino, la sperimentazione del voto elettronico è stata realizzata nell’ambito di ProVotE, lo specifico progetto che rappresenta il primo passo per dare attuazione all’articolo 84 della legge provinciale 2/2003: “Norme per l’elezione del Consiglio provinciale e del Presidente della Provincia”. Tale articolo della legge provinciale prevede l’automazione delle procedure di voto e di scrutinio per le elezioni provinciali ed i referendum di competenza provinciale.
Il voto elettronico si pone i seguenti obiettivi:
- Offrire maggiori garanzie sulla trasparenza delle operazioni elettorali
- Semplificare le operazioni compiute dagli elettori, riducendo errori involontari che ne invalidano l’espressione di volontà
- Velocizzare le fasi di spoglio e di computo dei voti, annullando i margini di interpretazione delle schede nulle.
Il voto elettronico può presentare vantaggi e svantaggi rispetto ad altre modalità di voto. Alcuni sistemi di voto elettronico, in particolare, hanno manifestato scarsa affidabilità e trasparenza, infatti svariate nazioni come la Germania, i Paesi Bassi e il Regno Unito, hanno abolito la votazione elettronica oppure hanno rinunciato ad adottarla su larga scala per consultazioni pubbliche di carattere politico-istituzionale.
Le autorità norvegesi hanno, invece, definitivamente interrotto ogni forma di sperimentazione del voto elettronico nel 2014, dopo oltre un decennio di verifiche, ritenendo che la votazione elettronica non offrisse garanzie sufficienti in termini di libertà e segretezza del voto.
In Italia le esperienze incentrate su sistemi di dematerializzazione dell’espressione del voto sono numerose. In ambito privato l’utilizzo dei sistemi di voto via internet è ormai una realtà che consente la partecipazione al voto da parte di centinaia di migliaia di persone che appartengono ad associazioni, fondazioni, enti, ed altre organizzazioni. Dal punto di vista degli elettori, tutto quello di cui hanno bisogno per votare è un computer collegato ad Internet e un codice di accesso al sistema di voto; dal punto di vista degli organizzatori e degli osservatori, l’allestimento dell’evento elettorale viene gestito in maniera efficace, così come il monitoraggio del sistema di voto e dell’affluenza dei votanti; vengono snellite le procedure di scrutinio finale, con l’emanazione dei risultati elettorali.
Società, organizzazioni, associazioni a base elettorale distribuita sul territorio, utilizzano periodicamente i sistemi di voto via internet per eleggere i rappresentanti e i membri degli organi associativi, approvare delibere in assemblea, garantire la trasparenza e la governance.
In ambito pubblico l’utilizzo del voto via Internet si rileva soprattutto nel mondo accademico: diversi atenei italiani hanno sperimentato il voto via Internet per l’elezione degli organi accademici e dei rappresentanti degli studenti.
Per quanto riguarda le elezioni di carattere politico-istituzionale e i referendum popolari, le sperimentazioni di voto elettronico non sono mai state condotte su larga scala, anche per la mancanza di una normativa in materia.
Così il Garante della Privacy italiano ha dato l’ok per il progetto concernente la sperimentazione del voto elettronico in occasione delle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero, che si svolgeranno entro il 31 dicembre 2021. I Comites sono organi elettivi che rappresentano le esigenze dei cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari.
Il progetto non modifica la forma di governo e il sistema elettorale, ma incide esclusivamente sul modo “fisico” di esprimere il voto.
In questa fase, la partecipazione degli elettori alla sperimentazione del voto elettronico è facoltativa e non produce effetti giuridici, ma si affianca al tradizionale voto per corrispondenza con scheda cartacea.
Lo schema di decreto tiene conto delle indicazioni fornite dall’Ufficio nel corso di interlocuzioni informali con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci).
Nel rendere parere favorevole l’Autorità ha tuttavia chiesto di integrare il testo riguardo al ruolo svolto dal Ministero e dagli altri soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali connessi alla sperimentazione (es. Cloud service provider), e ha evidenziato la necessità che il termine di conservazione dei dati, sia da parte del Maeci sia del Cloud service provider, sia indicato e giustificato dallo svolgimento di specifiche finalità da esplicitare nel testo del decreto (e non solo nella documentazione tecnica).
Il Maeci inoltre è tenuto ad adottare misure aggiuntive in caso di trasferimento di dati personali in paesi al di fuori dell’Unione Europea per garantire un livello di protezione dei dati personali sostanzialmente equivalente a quello previsto dal Regolamento, tra cui la cifratura dei dati personali da parte del responsabile del trattamento, con chiavi di cifratura nella sua disponibilità esclusiva.
Per quanto riguarda infine la percorribilità futura del voto elettronico, il Ministero dovrà tenere conto delle criticità evidenziate dall’Autorità e dei possibili rischi incombenti, più in generale, sulle procedure di voto elettronico evidenziati anche nei documenti adottati in ambito europeo.