Per digitalizzare nel modo corretto la sanità italiana servono piattaforme, connettività, e una robusta infrastruttura informatica di supporto.
Gli investimenti in tecnologie e progetti per la sanità digitale stanno crescendo a ritmi importanti. Nel 2021 si è assistito a un record di finanziamenti per tecnologie e soluzioni che migliorano l’accesso alle cure, con 884 milioni di dollari in 33 operazioni. I finanziamenti hanno registrato un’impennata del 122%, con un aumento del livello dei deal del 43% rispetto all’anno precedente.
Le regole nazionali esistono, la piattaforma cloud nazionale è operativa, i fondi per le ASL e le AO per l’infrastruttura e le connessioni sono in arrivo, ecco perché il 2023 sembra l’anno della sanità digitale.
Una delle sfide più complesse però è quella di rivoluzionare la sanità nelle aree remote, facendo leva sul digitale e sulle nuove tecnologie.
I riflettori sono dunque puntati sui “deserti sanitari”, aree geografiche con un accesso limitato alle cure e ai servizi sanitari fondamentali. Bisogna anche tenere conto di una serie di fattori socioeconomici che limitano l’accesso alle cure, come ad esempio, lo scarso accesso a Internet, la scarsa alfabetizzazione sanitaria, un reddito basso e un basso livello di istruzione.
Sono quattro i principali obiettivi della sfida tecnologica in sanità, che corrispondono anche alle quattro aree a maggior intensità di investimenti:
- Portare i pazienti alle cure: i sistemi integrati abbassano le barriere di accesso alle cure in ambulatorio;
- Portare le cure al paziente: l’aumento degli strumenti direct-to-consumer favorisce l’accesso alle cure;
- In-store innovations: l’hardware trasforma i retailer in sandbox per i futuri centri di cura;
- Software: il software potenzia l’accesso ai centri di cura.