AI E COPYRIGHT, UN PATTO DI PACE O UNA MOSSA STRATEGICA?

Il motore di ricerca AI, Perplexity, uno dei principali concorrenti di OpenAI, ha annunciato un nuovo approccio nella gestione dei contenuti editoriali. L’azienda americana ha presentato un’offerta rivolta ai media, ossia condividere i ricavi generati da Comet Plus, un nuovo browser a pagamento (costo mensile di 5 dollari) il cui lancio è previsto per questo autunno. Gli utenti abbonati potranno accedere a dei contenuti premium provenienti da giornalisti e testate selezionate.

Il modello economico proposto prevede che l’80% dei guadagni vada direttamente a chi crea i contenuti (giornalisti, autori e editori), mentre il restante 20% resterà a Perplexity, destinato a coprire i costi operativi e tecnici.

Secondo quanto dichiarato dalla stessa startup, questa soluzione rappresenterebbe un’opportunità di guadagno per il settore editoriale, creando un ambiente in cui il contenuto originale è valorizzato e remunerato. Tuttavia, non sono del tutto assenti eventuali perplessità.

Infatti negli ultimi anni, Perplexity è finita al centro di polemiche per l’utilizzo di contenuti dei media senza autorizzazione. Alcune testate l’hanno accusata di sfruttare il proprio materiale giornalistico per addestrare e alimentare il motore AI senza alcun compenso. Solo recentemente, due importanti gruppi editoriali giapponesi, Nikkei e Asahi Shimbun, hanno mosso delle accuse formali di violazione del copyright, sostenendo che Perplexity abbia preso dei contenuti direttamente dai loro server, riproducendoli nelle risposte generate dal sistema.

L’iniziativa di Comet Plus potrebbe quindi essere vista in due modi: da un lato come un tentativo concreto di instaurare una collaborazione più etica con il mondo dell’informazione, dall’altro come una mossa strategica per calmare le crescenti accuse e i rischi legali. 

S.C.