APPLE INDAGATA A PARIGI: LE ACCUSE DI VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Apple, una tra le più grandi e influenti imprese tech nel mondo, torna sotto i riflettori: questa volta non per il lancio di un nuovo smartphone, ma per essere indagata dalle autorità francesi per aver presumibilmente violato la riservatezza degli utenti. Le vicende denunciate risalgono al 2014, quando l’azienda stava sperimentando i sistemi di Intelligenza Artificiale e gli LLM (Large Language Model). 

A denunciare i fatti è stato inizialmente l’ex impiegato Thomas Le Bonniec presso il garante della Privacy Iralndese, a cui si aggiunge l’intervento dell’associazione Ligue des droits de l’Homme (l’Associazione dei diritti dell’uomo) presso le autorità francesi avvenuto otto mesi fa. Al tempo della vicenda Le Bonniec era stato assunto da una azienda collegata ad Apple per valutare e verificare l’efficienza del sistema di riconoscimento vocale sviluppato da Cupertino, il quale respinge le accuse.

Per migliorare l’efficienza di Siri, Apple ha adottato una funzionalità che aveva il compito di esaminare le registrazioni delle interazioni vocali con gli utenti, con l’obiettivo di valutare la precisione nel riconoscimento vocale. In tutta questa procedura sono coinvolti anche dipendenti, che si occupavano di ascoltare le registrazioni per valutare se fossero state interpretate correttamente. Dopo la denuncia di Le Bonniec, l’azienda ha introdotto una policy di pot-in, l’applicazione riservata a chi avesse espresso il proprio consenso ad aderire al programma. Nonostante ciò, il problema della violazione della privacy è rimasto. 

Il problema? Il contenuto di queste registrazioni non erano semplici comandi, ma intere conversazioni private dell’utente con familiari o colleghi o amici. Questo costituisce un grande rischio, in quanto se le informazioni fossero capitate in mani sbagliate, le informazioni private degli utenti avrebbero potuto essere usate per scopi anche malevoli.

La sezione J3 della procura di Parigi, specializzata in crimini informatici, approfondirà il caso seguendo le indicazioni della Ligue des droits de l’Homme. L’indagine potrebbe riguardare anche il rispetto del GDPR, normativa europea sulla protezione dei dati. Va però ricordato che le violazioni amministrative rientrano nelle competenze della Cnil, unica autorità abilitata a sanzionare. Negli Stati Uniti, Apple ha già affrontato casi simili, creando un precedente rilevante per questo caso.

 

C.Z.