Il colosso della Silicon Valley, nel settore della pubblicità mobile, è al centro di un’indagine della Securities and Exchange Commission (SEC): il suo titolo è sceso del 3,7%, dopo le dichiarazioni del New York Post. Ma cosa vi è al centro dell’inchiesta? Ad essere finite nel mirino sono le modalità attraverso cui la piattaforma raccoglie e utilizza i dati personali.
Ma è necessario fare un passo indietro, indagando il funzionamento dell’app. Questa, attraverso un software installato nelle applicazioni partner, crea un vero e proprio “ponte” tra gli sviluppatori di applicazioni e gli inserzionisti. Si basa principalmente su una raccolta di dati e, attraverso un’analisi ponderata di questi, valuta gli utenti più indicati a scaricare l’app specifica. Ma non si limita a questo: infatti, offre spazi digitali tramite delle aste digitali. Dunque, si basa su un’attenta analisi delle azioni comportamentali degli utenti, ed è proprio questo ad attenzionare i meno fiduciosi.
Infatti, gli algoritmi e i sistemi che funzionano sulla base di questi sembrano essere una vera e propria “black box”. Ma più nello specifico, AppLovin è accusata di “fingerprinting” digitale: tecnica che permette di raccogliere informazioni di un utente sul browser. È stato rilevato come questa riesca a tracciare gli utenti anche quando questi non prestano il consenso al trattamento dei dati. Ma il quadro si è aggravato maggiormente quando al centro degli illeciti vi erano soggetti minorenni: non solo è stata violata la privacy di minori, ma sono stati anche mostrati loro annunci espliciti e violenti. Alla situazione già particolarmente delicata, si aggiungono accuse di download “silenziosi” di applicazioni sui telefoni degli utenti.
AppLovin nega dichiaratamente ogni accusa di illecito: dichiara che gli utenti non possono in alcun modo ricevere installazioni senza richiesta e che le sue modalità di trattamento dei dati personali sono assolutamente allineati con i requisiti normativi previsti. In ogni caso, il punto nevralgico della questione riguarda tematiche etiche fondamentali e AppLovin, come gli altri leader del settore, non può permettersi di sbagliare in questi termini. La tutela assoluta della privacy è, ad oggi, un vero e proprio valore reputazionale: nel caso in cui venisse meno, verrebbe intaccata in toto la reputazione della società. Ma ancor di più, le modalità di tutela dei dati personali e delle informazioni sensibili dei singoli si tramuta in un elemento strutturale del rischio finanziario.
L.V.
Diritto dell’informazione
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