DALL’ANNO PROSSIMO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ OBBLIGATORIO

Il Parlamento europeo, il 10 novembre scorso, ha approvato le nuove regole sul reporting di sostenibilità (Corporate sustainability reporting directive o Csrd). Con questo atto l’Unione Europea estende l’obbligo di rendicontazione a molte più imprese rispetto a quelle attuali.

L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza in materia ambientale, sociale e di governance, contrastare il greenwashing e rafforzare l’impronta sostenibile dell’economia e del mercato europeo. Infatti, le nuove norme prescrivono una rendicontazione più completa di quella attuale, riconosciuta come carente e non in grado di soddisfare pienamente le esigenze informative degli stakeholder.

La nuova direttiva estende il perimetro di rendicontazione introducendo il cosiddetto principio di doppia materialità (double materiality), che impone sia la rappresentazione dell’impatto delle attività aziendali sull’ambiente e la società (impact materiality) sia quella degli effetti dei fattori di sostenibilità (Esg) sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa (financial materiality). Si tratta di un potenziale superamento del confine informativo, normalmente delimitato dall’area di consolidamento, che introduce un elemento di criticità connesso alla raccolta e alla verificabilità dei dati.

La Csrd, oltre a estendere i contenuti dell’informativa non finanziaria, prevede che sia la Commissione europea, sulla base della consulenza tecnica fornita dall’EFfrag, a emanare i principi di rendicontazione di sostenibilità. La Commissione Ue adotterà la prima serie di norme entro giugno 2023.

L’informativa dovrà essere assoggettata a un controllo e una certificazione indipendenti per assicurare l’affidabilità dei dati divulgati. La dichiarazione sulla sostenibilità sarà equiparata a quella finanziaria e occuperà una sezione dedicata della relazione sulla gestione aziendale.Inoltre, le relative informazioni saranno più facilmente accessibili anche per l’effetto della previsione dell’utilizzo del linguaggio Xhtml e del suo sistema di categorizzazione, ossia del formato elettronico utilizzato per le relazioni finanziarie annuali.

I nuovi obblighi UE di trasparenza sulla sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese, quotate in borsa o meno, comprese le imprese estere che fatturano più di 150 milioni di euro nell’UE. Le Piccole Medie Imprese (PMI) quotate in borsa saranno coperte, ma avranno più tempo per adattarsi alle nuove regole. La raccolta e la condivisione di informazioni sulla sostenibilità diventeranno la norma per quasi 50.000 aziende nell’UE, rispetto alle circa 11.700 coperte dalle norme attuali.

L’applicazione delle regole avverrà tra il 2024 e il 2028 nel seguente modo: dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025; dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026; dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028.