Fidji Simo è la nuova responsabile delle applicazioni di OpenAI e lunedì 21 luglio 2025 ha inviato la sua prima comunicazione ufficiale al personale della società, esprimendo una visione estremamente ottimistica sugli impatti dell’Intelligenza Artificiale.
Simo ha alle spalle una lunga esperienza in Meta dove ha ricoperto ruoli chiave, tra cui quello di responsabile del prodotto per l’app di Facebook. Da un anno è membro del consiglio di amministrazione di OpenAI e a breve assumerà il nuovo incarico all’interno dell’azienda.
Il suo compito sembra essere quello di guidare i team commerciali e operativi dell’organizzazione, con l’obiettivo di trasformare la ricerca avanzata di OpenAI in prodotti concreti e accessibili, per rendere l’Intelligenza Artificiale non solo più utile, ma anche più vicina alle esigenze reali degli utenti.
Simo ha delineato la sua visione di un’AI capace di incidere profondamente su molteplici aspetti della vita umana: dalla diffusione della conoscenza al miglioramento della salute, dall’espressione creativa alla libertà economica, dalla gestione del tempo al supporto emotivo.
Da un messaggio inviato al team emerge una vera e propria dichiarazione d’intenti per l’intera missione di OpenAI: costruire strumenti tecnologici che diventino indispensabili e personali.
Un passaggio particolarmente significativo della sua dichiarazione è dedicato ai cosiddetti “compagni emotivi”, un ambito su cui OpenAI sta lavorando in collaborazione con il designer Jony Ive. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il progetto mira alla creazione di un dispositivo in grado di essere pienamente consapevole dell’ambiente e della vita dell’utente. Simo sottolinea infatti che i coach basati sull’Intelligenza Artificiale potrebbero offrire supporto quotidiano, analizzando in profondità le dinamiche personali per far emergere schemi comportamentali e offrire nuovi strumenti di consapevolezza.
A conclusione del suo messaggio Simo ha lasciato un’ultima riflessione: se l’Intelligenza Artificiale riuscirà ad aiutare le persone a comprendere meglio se stesse, potremmo trovarci davanti a uno dei doni più preziosi mai offerti dalla tecnologia.
S.B.