CHATGPT: NUOVA CLASS ACTION PER VIOLAZIONE DEL COPYRIGHT

Il 2024 sembra è iniziato nel peggiore dei modi per OpenAI. Secondo quanto riportato da Reuters, recentemente un tribunale federale di Manhattan ha accettato la richiesta di una coppia di autori di saggistica che chiede di avviare una class action contro OpenAI, la società che sviluppa ChatGPT, e il suo finanziatore principale, Microsoft per violazione della legge sul diritto d’autore. 

Alla base, l’affermazione che ChatGPT, o meglio il suo motore informatico, GPT, utilizzi materiale protetto dal diritto d’autore per evolversi e gestire argomenti differenti. I due saggisti americani chiedono 150mila dollari di danni per ogni opera di cui il software avrebbe violato i diritti. 

Questa causa è l’ultima di una lunga serie. Infatti, sono numerose le cause intentate da professionisti di narrativa e saggistica, dalla comica Sarah Silverman all’autore di ‘Il Trono di Spade’ George R.R. Martin, contro aziende tecnologiche per il presunto utilizzo del loro lavoro per addestrare programmi di AI. 

A fine dicembre del 2023, anche il New York Times aveva citato in giudizio OpenAI e Microsoft per l’uso non autorizzato di alcuni suoi articoli, chiedendo loro, dopo il fallimento dei contatti extragiudiziali per trovare un accordo sull’utilizzo dei contenuti del quotidiano, di rifondere danni per miliardi di dollari. 

Gli avvocati dei due saggisti americani hanno spiegato alla Reuters che è “oltraggioso” che le aziende che sviluppano chatbot possano sfruttare opere di altri per “alimentare una nuova industria da oltre un miliardo di dollari, senza pagare alcun compenso”.

Questa iniziativa legale potrebbe fare molto male alle due aziende Usa, perché gli avvocati hanno spiegato di intenderla come la mossa d’apertura di una class action – una causa collettiva – cui potrebbero unirsi tutti gli autori di “non-fiction” che si ritengano danneggiati dalle azioni di OpenAI.