COPYRIGHT E ARTE GENERATA DALL’AI

È questa la decisione del tribunale statunitense di Washington Dc, che respinge la domanda presentata dall’inventore della Creativity Machine, l’informatico Stephen Thaler.

L’algoritmo di intelligenza artificiale di Thaler ha generato un’immagine intitolata “A Recent Entrance to Paradise” e l’informatico voleva che il copyright dell’immagine venisse attribuito alla Creativity Machine, che in seguito l’avrebbe trasferito a lui in qualità di proprietario.

Il giudice distrettuale ha tuttavia deciso che solo le opere di autori umani possono ricevere i diritti d’autore e, nel caso della Creativity Machine di Thaler, la mancanza di paternità umana era evidente. Così facendo, il giudice ha creato un precedente nel dibattito sulla generazione di contenuti con le tecnologie di IA, un tema di cui si sta discutendo animatamente anche nell’industria cinematografica hollywoodiana.

Se Thaler si è dichiarato fortemente in disaccordo con tale decisione e intende presentare ricorso, il Copyright Office ha invece affermato di “ritenere che la Corte abbia raggiunto il risultato corretto”; questo in linea anche con il suo aver recentemente respinto la richiesta di un artista per i diritti d’autore sulle immagini generate attraverso il sistema di intelligenza artificiale Midjourney.

Il rapido sviluppo di intelligenze artificiali come ChatGPT ha sollevato nuove questioni relative alla proprietà intellettuale, al punto che negli Stati Uniti sono già state avviate molteplici cause legali per l’utilizzo di opere protette da copyright per addestrare l’intelligenza artificiale generativa senza autorizzazione.

Nella sentenza Thaler è stata l’assenza di una “mano umana guida” nella creazione dell’opera d’arte a condizionare la decisione. Non è quindi stato creato un precedente contro la protezione del diritto d’autore per qualsiasi immagine generata dall’intelligenza artificiale.

 

M.M.