CONTINUA LA CRISI NEL MERCATO DI TABLET E CHROMEBOOK

Sempre di più molte grandi aziende produttrici di tablet e Chromebook registrano un calo di vendite spaventoso, tanto da dichiarare la crisi di questo settore del mercato.

Nel settore di tablet, nell’ultimo trimestre del 2022 ne sono stati consegnati 35.6 milioni, vale a dire l’8.8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Per esempio, secondo i dati rilasciati dalla IDC il 31 ottobre 2022, la Apple che conta un market share del 37.5%, ha registrato una perdita del -1.1% nelle vendite di iPad; la rivale Samsung ha perso il -4.0%; la multinazionale cinese Lenovo ha avuto la peggio con -36.6%.  L’unica azienda che non ha registrato dei cali è Huawei, che ha consegnato 2.4 milioni di tablet (+2%) e rientra nella top 5 mondiale con un market share del 6.2%. Nell’ultimo periodo ha infatti visto un incremento di vendite nel territorio russo, dove i dispositivi occidentali sono ormai fuori commercio.

Per quanto riguarda invece i Chromebook (notebook con installato il sistema operativo di Google, Chrome OS; schermo touchscreen e più economici di un normale pc) ne sono stati consegnati solamente 4.3 milioni, vale a dire il 34.4% in meno rispetto al 2021. Nei due anni della pandemia questo tipo di device aveva avuto un rilevante successo. In questo comparto l’azienda produttrice principale è l’Acer Group con un market share del 23.9% ma una perdita del -23.8%; l’HP Inc. ha perso il -26.8%; la Samsung il -37.1%. Anche qui la Lenovo ha osservato un calo enorme del -54.8%.

Tra le cause vengono individuate le difficoltà di approvvigionamento, la crisi economica che ha portato all’aumento dell’inflazione, al rinnovo dell’inventario e alla diminuzione della domanda da parte del settore scolastico.

Parallelamente, anche i settori degli smartphone e dei pc registrano continui cali. Nel secondo trimestre del 2022 sono stati consegnati 286 milioni di smartphone, ovvero l’8.7% in meno rispetto al 2021. Solo Samsung e Apple sono riusciti a mantenere dati positivi, mentre molte aziende cinesi, come Xiaomi e Oppo, hanno registrato percentuali alquanto negative.