Smart working e diritto alla disconnessione – Alla Camera approvato un emendamento che lo riconosce

Nei giorni scorsi le commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera hanno approvato un emendamento al decreto Covid che riconosce “alla lavoratrice o al lavoratore che svolge l’attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati”.

Finalmente, dopo mesi di dibattito, arriva quindi il diritto alla disconnessione per tutti quei lavoratori che da ormai un anno si trovano in smart working e che si sentono vessati dai datori di lavoro che non distinguono il sottile filo che si cela tra l’orario lavorativo e quello della vita privata.
La disconnessione, si dice inoltre,  “non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.

Alcuni deputati del Movimento 5 Stelle, dopo l’approvazione, si sono così espressi: “L’approvazione di un emendamento M5s al decreto Covid per riconoscere il diritto alla disconnessione al lavoratore con un figlio minore di 16 anni in didattica a distanza che, alternativamente all’altro genitore, svolge l’attività in modalità agile, rappresenta un passo importante sul fronte dei diritti dei lavoratori e nell’ottica di un aggiornamento della disciplina del lavoro agile, anche e soprattutto alla luce di quanto è avvenuto durante la pandemia. Siamo molto soddisfatti perché per la prima volta in un testo normativo si parla di ‘diritto alla disconnessione’. In questo modo non solo tuteliamo i tempi di riposo e la salute del lavoratore, ma lo facciamo senza che vi siano ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi. Superata la fase dell’emergenza, sul tema sarà necessario confrontarsi per far sì che questo diritto venga riconosciuto a tutti in modo stabile”.
Il decreto Sostegni, inoltre, ha previsto una proroga per i lavoratori “fragili” che potranno lavorare in modalità agile fino al 30 giugno 2021L’articolo 15 del provvedimento stabilisce, inoltre, che quando lo smart working non sia compatibile con le mansioni, e sempre fino al 30 giugno 2021, è possibile assentarsi dal lavoro senza perdere il proprio posto: i giorni di assenza non vengono calcolati nel periodo massimo di malattia, il cosiddetto “periodo di comporto”.
Il governo però, a quanto pare, sarebbe intenzionato a prorogare oltre la fine di aprile la procedura “light” con il doppio obiettivo di tutelare la salute dei lavoratori così come di consentire alle imprese di non doversi imbattere in procedure troppo lunghe da gestire, soprattutto in piena pandemia, a cominciare dalla sottoscrizione degli accordi individuali come previsto dalla legge 81 del 2017.