DIVULGAZIONE DI DATI CLINICI DI PAZIENTI SU WHATSAPP

L’uso di WhatsApp da parte del personale sanitario è stato approvato per comunicazioni di base, ma non per la condivisione di dati sensibili, in particolare informazioni sulla salute dei pazienti. L’ICO ha rilevato che l’ente sanitario non ha fornito politiche e linee guida chiare per proteggere la privacy dei dati dei pazienti quando ha reso disponibile WhatsApp per il download.

Gli scambi includevano informazioni cliniche dei pazienti e sono stati inviati oltre 500 volte attraverso WhatsApp. Inoltre, è stato scoperto che i dati sono stati divulgati illegalmente anche a un utente non autorizzato esterno allo staff medico.

Sebbene l’NHS Lanarkshire non sia ancora stato sanzionato, dovrà adottare una serie di misure e raccomandazioni fornite dall’autorità del Regno Unito per garantire la sicurezza dei dati dei pazienti. Il Direttore dell’ICO ha sottolineato l’importanza di gestire con cura e sicurezza i dati sensibili dei pazienti, poiché la fiducia nel sistema sanitario dipende dalla protezione adeguata di tali informazioni.

WhatsApp è uno strumento di comunicazione molto diffuso anche tra i professionisti sanitari in Italia, ma è necessario prestare attenzione alla protezione dei dati personali quando viene utilizzato per scambiare informazioni sensibili. In passato, il Garante della Privacy italiano aveva approvato l’uso di canali digitali per inviare ricette dematerializzate, ma è importante garantire il rispetto del GDPR e adottare misure tecniche organizzative adeguate per proteggere i dati dei pazienti.

In Italia, infatti, WhatsApp viene utilizzato dall’84,3% dei professionisti del settore sanitario, mentre solo il 14,5% di essi usa Telegram o Messenger, come aveva evidenziato un sondaggio condotto nei mesi scorsi dall’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri di Firenze in collaborazione con il laboratorio universitario DataLifeLab.