ECCO COME L’AI TUTELA LA SICUREZZA SUL LAVORO

L’intelligenza artificiale entra nel mondo del lavoro non solo da protagonista, ma anche come supporto ai lavoratori. Con l’obiettivo di ridurre i rischi incidenti e di migliorare salute, benessere e condizioni operative dei dipendenti.

Tra le applicazioni più diffuse ci sono le telecamere “intelligenti”, che analizzano in tempo reale le immagini nei luoghi di lavoro per identificare situazioni pericolose. Il sistema Intenseye, ad esempio, riconosce oltre 50 tipi di rischio, inviando segnalazioni immediate ai responsabili. Grazie all’anonimizzazione dei volti e all’assenza di conservazione delle immagini, si tutela anche la privacy.

In ambienti complessi come i cantieri, il sistema Buddywise rileva le interazioni critiche tra persone, veicoli e macchinari, prevenendo collisioni o cadute di oggetti.

Importante anche la prevenzione dei quasi-incidenti: Protex AI analizza i video delle operazioni quotidiane per identificare schemi comportamentali o ambientali che spesso precedono un infortunio. Questo permette alle aziende di modificare procedure o formazione prima che si verifichi un danno reale.

Sul fronte tecnico, l’AI predittiva permette di passare da una logica reattiva a una preventiva. Sistemi come Kiwibit, tramite sensori, rilevano segnali di usura, vibrazioni anomale o cali di prestazione nei macchinari. Questi dati vengono poi analizzati da algoritmi per segnalare con anticipo possibili guasti (evitando fermi macchina improvvisi e aumentando la sicurezza degli operatori).

Anche l’ergonomia viene potenziata dall’intelligenza artificiale: TuMeke analizza la postura tramite la fotocamera di uno smartphone, suggerendo correzioni in tempo reale. 3Motion, invece, monitora i movimenti persino in 3D per prevenire disturbi muscolo-scheletrici.

La formazione immersiva, infine, è una delle innovazioni più promettenti. Sistemi AR/VR permettono di simulare emergenze (incendi, fughe di gas, blackout) in ambienti virtuali realistici. L’AI regola in tempo reale la difficoltà dello scenario in base alle reazioni dell’operatore, rendendo l’addestramento più efficace e personalizzato.

Senza la supervisione umana, però, questi strumenti rischiano di essere percepiti come sorveglianza o controllo tecnologico. Per questo, serve coinvolgere sindacati, lavoratori e responsabili fin dalla fase progettuale.

L’AI può salvare vite, ma perché sia davvero una risorsa per tutti, deve essere pensata sempre nel rispetto della dignità e della libertà umana.

A.C.


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