EMERGENZA CYBERATTACCHI NEGLI OSPEDALI ITALIANI

Nel 2024, gli ospedali italiani hanno subito 13 attacchi informatici gravi, evidenziando la vulnerabilità del settore sanitario. Tra i metodi più comuni c’è il ransomware: gli hacker criptano i dati, li rendono inaccessibili e richiedono riscatti per il ripristino. Questo tipo di attacco non solo causa danni economici, ma mette a rischio anche la vita dei pazienti, portando a diagnosi errate e ritardi nelle cure.

Un caso particolarmente grave è avvenuto la notte del 28 gennaio 2024, quando diversi ospedali in Basilicata sono stati isolati. L’attacco, attribuito al gruppo hacker Rhysida, ha mostrato quanto siano significative le conseguenze di tali incidenti.

A livello globale, il settore sanitario ha registrato 810 attacchi, con un incremento del 30% rispetto all’anno precedente.

Il cybercrime è la principale causa di questi eventi, mentre i dati sanitari diventano una merce di valore nel dark web. Una cartella clinica può valere tra 300 e 1.000 dollari, a fronte di una carta di credito che vale solo 30 dollari. Le vulnerabilità nei sistemi, spesso legate a software obsoleti e formazione incompleta del personale, facilitano ulteriormente questi attacchi.

La direttiva europea NIS2 impone standard di sicurezza più elevati per il settore sanitario. L’intelligenza artificiale potrebbe aiutare, ma porta con sé nuove sfide, come la garanzia di trasparenza e affidabilità degli algoritmi. Serve un approccio strategico alla cybersicurezza, per proteggere meglio le infrastrutture critiche del paese.

Per difendere i dati dei pazienti sarebbe opportuno aggiornare i sistemi informatici degli ospedali, formare il personale sui possibili rischi, attivare forme di monitoraggio basate su AI o Threat Intelligence, controllare meglio i fornitori esterni che gestiscono i servizi digitali e una maggiore collaborazione tra strutture sanitarie, istituzioni ed esperti di sicurezza, per prevenire gli attacchi e proteggere le informazioni sensibili.

A.C.

 


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