FACEBOOK E LA DIRETTIVA EUROPEA SUL COPYRIGHT

Il 13 dicembre 2021 Facebook ha avvisato le pagine degli editori  che «Cambiano le regole sulle Notizie.  A seguito dell’entrata in vigore della direttiva europea sul diritto d’autore, quando le persone condivideranno link dalla tua pubblicazione i loro post non appariranno più come prima, a meno che tu non lo consenta».

La piattaforma social ha dovuto infatti uniformarsi al decreto legge n. 177 dell’8 novembre che recepisce la Direttiva europea sul copyright, e che ribadisce la necessità di ottenere un equo compenso per gli editori i cui contenuti vengono pubblicati sulle piattaforme social come Facebook o sui motori di ricerca come Google.

Facebook chiede agli utenti costituenti “editore” ai sensi della legge di decidere come vogliono che i loro articoli appaiano sulla piattaforma del social: se l’editore desidera che non vengano apportate modifiche al modo in cui i suoi link sono mostrati agli utenti nelle giurisdizioni dell’UE, deve firmare l’esenzione di responsabilità modulo e fornire la sua autorizzazione (che potrà comunque essere rescissa in qualsiasi momento) con apposito modulo.

Tale autorizzazione concede a Facebook una licenza per riprodurre in modo digitale e mostrare al pubblico i contenuti soggetti ai diritti di proprietà in linea con la licenza fornita a Facebook, come stabilito nella Sezione 3 delle Condizioni d’uso: “quando l’utente condivide, pubblica o carica un contenuto protetto da diritti di proprietà intellettuale in relazione o in connessione con i Prodotti di Facebook, concede una licenza non esclusiva, trasferibile, sub-licenziabile, non soggetta a royalty e valida in tutto il mondo per la trasmissione, l’uso, la distribuzione, la modifica, l’esecuzione, la copia, la pubblica esecuzione o la visualizzazione, la traduzione e la creazione di opere derivate dei propri contenuti (nel rispetto della privacy e delle impostazioni dell’app dell’utente)”. In tal caso la condivisione degli articoli rimarrà uguale a come era prima, quindi con l’anteprima, la foto e un sommario.

Se l’editore non firma l’esenzione, quindi non concede l’autorizzazione (e quindi non concede la licenza a Facebook), Facebook pubblicherà ugualmente gli articoli condivisi (riuso), ma tali articoli non saranno più in formato “rich”, arricchito, bensì saranno dei semplici link all’articolo del giornale, per i quali non sono riconosciuti diritti.

Sono comunque presenti delle deroghe, nel senso che non sempre il riuso di articoli giornalistici determina l’obbligo di pagare un equo compenso, e in particolare tale obbligo non è a carico di tutti. Sempre il decreto legislativo 177 stabilisce, infatti, che “i diritti di cui al comma 1 non sono riconosciuti in caso di utilizzi privati o non commerciali delle pubblicazioni di carattere giornalistico da parte di singoli utilizzatori”. Quindi un utente di Facebook che condivide un articolo di giornale non è onerato del pagamento dell’equo compenso. Inoltre si prevede che i diritti non sono riconosciuti anche “in caso di collegamenti ipertestuali o di utilizzo di singole parole o di estratti molto brevi”.

Quindi il semplice link ad un articolo non obbliga al pagamento del compenso (per i tecnici diremo che non è “comunicazione al pubblico”), e  lo stesso vale per la pubblicazione di “singole parole” o “estratti molto brevi”, cioè “qualsiasi porzione di tale pubblicazione che non dispensi dalla necessità di consultazione dell’articolo giornalistico nella sua integrità”. Purtroppo quest’ultima definizione in realtà non è molto chiara, anzi decisamente opinabile (gli editori potrebbero sostenere che basta il titolo a soddisfare il lettore – cosa che farebbe dubitare non poco sulla qualità degli articoli, però -), come sostiene anche l’Antitrust italiana, e quindi è probabile che sarà ulteriormente chiarita a seguito di ricorsi in tribunale.