Se il rapido incremento delle tecnologie digitali sta portando un’accelerazione delle dinamiche lavorative e di vita quotidiana, dall’altro non permette di superare quelle che sono le insicurezze tipiche dell’essere umano.
Tra queste, la FOMO (Fear of Missing Out): termine coniato per indicare quella sensazione di ansia nel pensare di perdere qualcosa o restare indietro. Questo porta un controllo ossessivo di notizie, messaggi e social per non essere esclusi da qualsiasi novità e opportunità.
Ma cosa unisce ansia e Intelligenza Artificiale? La costante produzione e diffusione di novità tecnologiche, tool e devices richiede un aggiornamento costante per stare al passo con i tempi.
Manager, datori di lavoro, professionisti e dipendenti che lavorano a stretto contatto con questi strumenti si ritrovano spesso ad interfacciarsi con la pressione di essere improvvisamente esclusi da un cambiamento che non aspetta nessuno.
La FOMO non è solo preoccupazione, ma diventa una realtà mentale basata sul mancato raggiungimento di risultati concreti rispetto a standard irraggiungibili, il che porta a richiedere al proprio ambiente di lavoro un focus fisso sulle innovazioni.
Se non si conoscono le ultime funzionalità dei programmi AI, ci si sente già sconfitti nella corsa a chi è più digitalmente proattivo.
Inoltre, le regole del marketing si nutrono della FOMO per spingere gli utenti ad acquisti superficiali e compulsivi.
La soluzione dipende dalla scelta di prendere consapevolezza delle trasformazioni del panorama sociale e digitale odierno, tenendo ben bilanciata l’efficacia del continuo apprendimento con una serenità che riguarda la propria sfera personale.
J.S.
Diritto dell’informazione
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