Nel mese di novembre I-Com ha condotto l’indagine (sondaggio) “Misurare il benessere digitale” con un duplice obiettivo: valutare il livello di consapevolezza degli studenti italiani sui rischi legati all’utilizzo degli strumenti informatici ed identificare possibili iniziative che potenzino le competenze necessarie per affrontare tali sfide.
Come si legge nell’indagine, il 50% dei ragazzi che frequentano la scuola secondaria e addirittura il 59% degli universitari dichiara di essere stato oggetto di richieste di informazioni personali. L’80% degli universitari, inoltre, segnala di aver ricevuto messaggi o e-mail da individui con intenzioni negative.
Un aspetto rilevante riguarda l’età di inizio utilizzo dei social network: il 45% degli studenti delle scuole superiori dichiara di essere attivo sulle piattaforme da oltre 5 anni, facendo quindi intuire di aver iniziato ad utilizzare i social prima del limite legale italiano (14 anni).
I risultati del sondaggio indicano una diffusa consapevolezza riguardo alle informazioni sulla protezione dai rischi online. La maggioranza dei partecipanti sostiene di essere adeguatamente informata sui pericoli che si corrono in Rete, ma gli studenti universitari ritengono di essere in media meno informati rispetto agli studenti delle scuole superiori. Il 52% degli universitari infatti dichiara di non aver mai ricevuto informazioni su come proteggersi online, mentre la stragrande maggioranza degli studenti delle scuole superiori afferma il contrario. Questo dato suggerisce come le istituzioni scolastiche, soprattutto negli ultimi anni, abbiano prestato maggiore attenzione a queste tematiche.
Preoccupante è il fatto che i giovani non sappiano quali contatti utilizzare in caso di phishing o furto d’identità online: il 36% degli studenti delle scuole superiori e il ben 48% degli universitari afferma di non sapere a chi rivolgersi in tali situazioni.
Anche gli insegnanti hanno partecipato all’indagine ed hanno indicato quali ritengono che siano i principali rischi a cui i giovani sono esposti: la dipendenza da Internet, la violazione della privacy e il cyberbullismo. In aggiunta sono emerse preoccupazioni riguardo alla pornografia, alla disinformazione, alla propaganda, all’imitazione e/o sviluppo di comportamenti violenti e ala percezione distorta dell’aspetto fisico.
Tuttavia l’indagine I-Com ha riscontrato anche un segnale positivo: la maggioranza dei giovani coinvolti nel sondaggio considera molto importanti le iniziative finalizzate ad aumentare la consapevolezza digitale. Questo indica come i giovani non solo riconoscano l’esistenza di criticità nell’ecosistema digitale, ma comprendano anche l’importanza di possedere le competenze adeguate per affrontarle.
Per promuovere la consapevolezza digitale in docenti propongono la sensibilizzazione delle classi attraverso incontri con esperti, il coinvolgimento delle famiglie e il supporto alla formazione continua del personale scolastico.
M.M.