Un mese dopo che OpenAI ha lanciato l’ormai celebre ChatGPT, Google ha presentato Google Bard, un chat bot basato sull’intelligenza artificiale in grado di imitare una conversazione tra persone.
Con l’ultimo aggiornamento Google Bard si arricchisce di nuove funzioni, che lo rendono uno strumento capace di supportare gli utenti in modo ancora più pratico. Infatti, adesso il chat bot puo’ fare ordine tra i file Google Docs, ritrovare vecchi messaggi nella casella Gmail e passare in rassegna tutti video di YouTube.
Come per tutti i chat bot, anche le conversazioni con Google Bard vengono tracciate, registrate e in seguito impiegate per addestrare l’intelligenza artificiale che sta alla base del funzionamento del chat bot. Questo pone la questione della tutela della privacy dei dati che gli utenti condividono con Google Bard.
Con alcuni semplici accorgimenti, gli utenti possono proteggere i propri messaggi e avere anche un certo controllo sulle informazioni che vengono condivise con il chat bot (inclusi, per esempio, i dati di localizzazione), senza per questo rinunciare alle funzionalità offerte dal sistema.
Le impostazioni predefinite di Google Bard prevedono la memorizzazione di ogni interazione con il chat bot. Per un massimo di 18 mesi, quindi, Google salva non solo le richieste dell’utente, ma anche la sua posizione approssimativa, l’indirizzo ip e qualsiasi indirizzo fisico collegato all’account. Se questa impostazione predefinita viene lasciata attiva, qualsiasi conversazione svoltasi con il chat bot puo’ essere selezionata e sottoposta al controllo di un esaminatore umano.
Gli utenti che desiderano tutelare la propria privacy possono accedere alla scheda Attività di Google Bard e bloccare il salvataggio automatico delle attività, cancellando anche tutte le interazioni che hanno avuto con il chat bot. Fatto questo, le nuove conversazioni non saranno sottoposte a revisione umana, ma non sarà più possibile utilizzare le estensioni che collegano il chat bot a Gmail, YouTube e Google Docs.
Per evitare questa “restrizione”, un’alternativa è eliminare manualmente le interazioni, ma in questo modo i dati saranno rimossi dai server di Google soltanto se e quando l’azienda deciderà di eliminarli. Le conversazioni che vengono sottoposte a una revisione umana non presentano le informazioni di identificazione personale, ma possono rimanere memorizzate nei server di Google fino a 3 anni, anche se un utente ha provveduto a cancellarle manualmente dalla scheda delle attività di Google Bard.
Inoltre, qualsiasi conversazione che viene condivisa con amici o colleghi puo’ essere indicizzata da Google Search. Stando così le cose, per preservare la propria privacy gli utenti devono sapere come rimuovere i link delle conversazioni che hanno condiviso con i loro contatti. Accedendo alla sezione delle impostazioni, è possibile selezionare i link pubblici e cliccare sull’icona del cestino per interromperne la condivisione online.
Per la privacy delle e-mail, Jack Krawczyk, product lead di Google per Bard, ha spiegato che “dando a Google Bard la possibilità di riassumere ed estrarre i contenuti da Gmail e da Google Docs, abbiamo fatto un ulteriore passo avanti. Ma indipendentemente dalle impostazioni attivate, la vostra e-mail non sarà mai letta da un altro essere umano”. Tuttavia, non è chiaro come Google utilizzi i dati e le interazioni degli utenti per addestrare l’algoritmo.
Per quanto riguarda invece i dati relativi alla localizzazione, gli utenti di Google Bard possono scegliere se condividere o meno la propria posizione precisa. Il punto è che, anche quando la scelta è “no”, il chat bot sa comunque dove si trovi l’utente. Infatti, all’interno di una pagina di supporto Google si legge: “I dati sulla posizione vengono sempre raccolti se utilizzi Bard affinché il servizio possa darti una risposta pertinente alla tua query”. Il chat bot, quindi, memorizza l’indirizzo ip, che rivela la posizione generale e tutti gli indirizzi personali salvati nell’account Google.
Una pratica non inusuale per le grandi aziende tecnologiche, infatti anche Google Search traccia gli indirizzi ip dei propri utenti per conoscerne la posizione e rispondere alle ricerche relative alle attività o agli esercizi commerciali vicini.
M.M.