Meta ha deciso che i nostri post pubblici possono essere il carburante per la sua intelligenza artificiale.
Dopo quasi 12 mesi di stallo, sull’onda di aziende come Google e OpenAi, Meta ha annunciato l’utilizzo dei dati pubblici degli utenti europei per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, sollevando preoccupazioni in merito alla conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Sebbene l’azienda affermi di rispettare le normative vigenti, l’uso di contenuti condivisi pubblicamente, come post e commenti, per finalità di training AI pone interrogativi sulla trasparenza e sul consenso informato.
Mentre Meta alimenta l’attesa sul diritto di opporsi, le autorità europee per la protezione dei dati stanno esaminando la questione, valutando se le pratiche di Meta siano in linea con i principi di minimizzazione dei dati e limitazione delle finalità.
Si riaccende quindi il dibattito su chi controlla i nostri dati e come vengono utilizzati. In un mondo dove l’intelligenza artificiale diventa la nostra migliore follower, è il momento di chiederci: siamo davvero consapevoli di cosa succede alle nostre informazioni online?
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