I SOCIAL MEDIA E LA MAGREZZA ESTREMA

Gambe scheletriche, girovita sottilissimi, magrezza estrema: è quello che su social come TikTok è stato promosso fino a poco tempo fa attraverso l’hashtag #SkinnyTok, da influencer che, prodigandosi come paladini del benessere fisico, non facevano altro che contribuire alla creazione di ideali di bellezza deleteri.

Dopo la realizzazione di circa mezzo milione di video sotto questo hashtag, il governo francese ha denunciato la minaccia rappresentata da contenuti simili nei confronti dei giovani.

La pericolosità dei disturbi alimentari, tra cui anoressia e bulimia, testimoniata in Italia da un aumento dei casi del 64%, dal 2019 al 2024, è un fattore che non può essere trascurato. Al giorno d’oggi, infatti, secondo quanto dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, i disturbi del comportamento alimentare (dca) rappresentano la seconda causa di morte tra le giovani ragazze, con quasi 4.000 decessi annui.

Risulta difficile porre un freno alla creazione di hashtag e contenuti digitali che promuovono diete estremamente ipocaloriche, poiché ai creators, loro stessi vittime di questi disturbi alimentari, basta poco per aggirare il problema e trovare nuovi modi per diffondere messaggi estremamente pericolosi.

Anche per le stesse piattaforme risulta complicato far fronte a questo problema sempre più pressante: gli utenti possono facilmente mentire riguardo all’età e perciò, l’imposizione di limitazioni più severe, si rivela essere inefficace.

La diffusione di contenuti che promuovono ideali di fisici scheletrici è cresciuta ampliamente negli ultimi anni, ma ad essa si sta contrapponendo, sempre più vigorosa, la volontà di offrire aiuto a coloro che soffrono a causa di tali disturbi e che, involontariamente, causano dolore anche a coloro che li ascoltano.

 

S.B.

 


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