Il consumo energetico generato dai data center e dalle piattaforme streaming è notevolmente elevato. Questo problema è noto già da tempo e si sta cercando di limitarlo il più possibile ma, a queste due fonti di possibili danni all’ambiente, se n’è aggiunta un terza, rappresentata dall’IA.
Se società come Amazon o Meta generano un alto dispendio di energia con i loro data center, le nuove tecnologie risultano altrettanto inquinanti. Il processo di addestramento delle IA costa tempo e risorse, che potrebbero moltiplicarsi da qui ai prossimi due anni.
La prospettiva vede l’IA come fonte di un consumo energetico elevatissimo, anche più alto di quello delle piattaforme streaming. L’intrattenimento digitale, legato principalmente a servizi come Netflix o YouTube, comporta valori di consumo paragonabili a quelli di intere nazioni, tra serie tv guardate da milioni di utenti e video che vengono caricati.
La lotta alla salvaguardia dell’ambiente è dunque ormai minacciata da un ulteriore fattore. Il problema principale, in ogni caso, resta la mancata preoccupazione da parte degli stessi utenti. La maggior parte di loro è infatti ignara dell’impatto che un ordine su Amazon, la visione di un episodio di una serie Netflix o una qualsiasi richiesta a ChatGPT ha sull’ecosistema e la sensibilizzazione sul tema può rappresentare un primo passo per ridurre questi numeri.
S.C.
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