IL BISOGNO DI DISCONNETTERSI PER PROTEGGERE LA PROPRIA PRIVACY

Dal bisogno di postare frequentemente sui social e spendere ore sui device, una persona può sentire il bisogno di staccare, si tratta di “digital detox”. In questo periodo di tempo, che può durare dalle 6 ore a più giorni, la persona si disintossica dal digitale, rinunciando ad utilizzare smartphone, pc, internet e qualsiasi altro dispositivo.

L’azienda multinazionale Cisco ha condotto l’indagine annuale relativa alle percezioni e ai comportamenti dei consumatori in materia di privacy. Sebbene i consumatori italiani siano favorevoli all’Intelligenza artificiale e il 67% è disposto a condividere i propri dati in modo anonimo per migliorare i prodotti, la “Cisco Consumer Privacy report 2022” segnala la domanda crescente dei consumatori per una maggiore trasparenza su come vengono usati e la scarsa fiducia su come l’intelligenza artificiale li utilizza. Dall’analisi emerge che il 37% ha cambiato provider a causa delle pratiche applicate alla privacy, il 53% controlla le impostazioni dei cookie dei siti web prima di accettarli. La maggior parte degli intervistati ritiene che i potenziali benefici dell’IA siano superiori ai rischi. Le aziende possono adottare misure efficaci per risolvere questo problema, tra cui dare ai consumatori l’opportunità di rinunciare all’applicazione dell’IA, spiegare in dettaglio e in modo semplice il funzionamento. Anche il governo dovrebbe svolgere un ruolo predominante quando si tratta di proteggere i dati dei consumatori.

Un ulteriore dato interessante è che il 46%  di coloro che hanno in casa un dispositivo in ascolto dichiara di spegnerlo per proteggere la propria privacy.

Sempre più applicazioni vendono illegalmente i dati degli utenti a società terze. Lo smartphone, ormai, è la prima cosa che tocchiamo al mattino e l’ultima prima di andare a dormire, lo usiamo per tante ore, entriamo compulsivamente sui social, ci accompagna costantemente e spesso abbiamo la sensazione che ci ascolti. Capita infatti di ritrovare sul primo banner il prodotto di cui abbiamo parlato solo qualche ora prima, o digitare poche lettere e la ricerca suggerita di Google indovina quello che volevamo cercare. Anche dispositivi smart home, come Alexa, richiedono l’autorizzazione per avere accesso a microfoni e telecamere. Il discorso dei microfoni e telecamere controllabili “da remoto” è un tema dibattuto ormai da anni e il Garante della Privacy ha aperto un fascicolo su app che raccolgono dati.