ITALIA AI PRIMI POSTI IN EUROPA PER L’UTILIZZO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

L’intelligenza artificiale continua a ricevere sempre più attenzione tanto dalle imprese private quanto dal mondo della Pubblica Amministrazione.

Per quanto concerne quest’ultimo settore, dal 2010 al 2021 i progetti di AI nelle PA europee sono cresciuti esponenzialmente, passando da 26 a 148 all’anno, per un totale complessivo di 637 progetti rilevati, di cui il 41% risultano implementati, il 27% in corso e il 32% sono iniziative pilota. Quasi un terzo (30%) ha l’obiettivo di migliorare i servizi rivolti a cittadini e imprese.

A sorprendere è che, nel contesto europeo, l’Italia risulta essere tra i Paesi più impegnati sul fronte dell’AI nel settore pubblico, con ben 63 progetti all’attivo. Per essere precisi, è seconda solo ai Paesi Bassi, ed è al primo posto per numero di progetti implementati.

Questi dati, che segnalano una notevole attenzione da parte dell’Italia in merito a questa innovazione radicale, emergono da un report intitolato “Le opzioni tecnologiche per la digitalizzazione avanzata della Pubblica Amministrazione”, realizzato da The European House – Ambrosetti e Salesforce. Il documento analizza le strategie di adozione dell’AI elaborate dai principali Paesi Ue, individuando proposte e azioni di policy per lo sviluppo e la diffusione del digitale, in particolare nella PA italiana.

Dal punto di vista globale, sono gli Stati Uniti ad aver investito la cifra maggiore per sviluppare soluzioni AI in ambito pubblico (ben 60 miliardi di dollari). L’Italia ha investito un miliardo di euro, adottando un approccio più conservativo, allocando meno risorse pubbliche per un numero più ampio di iniziative, molte delle quali sono progetti pilota.

Il report condotto evidenzia anche le priorità da seguire per accelerare l’impiego di processi digitalizzati e AI nella PA. Si suggerisce di investire nell’implementazione di architetture Cloud, nella promozione di nuove piattaforme pubbliche di Open Data per garantire una condivisione di informazioni a beneficio di altre PA, dei cittadini e delle imprese, di stabilire un dialogo continuo e costruttivo con l’Authority competente (come il Garante della Privacy) e infine investire nella formazione.

 

SF