Occorre analizzare come la trasformazione digitale in Europa stia sviluppando un approccio strategico che non si limita a una mera protezione dei dati. Dunque, partendo da infrastrutture digitali indipendenti, l’obiettivo è di creare un sistema integrato capace di generare ricchezza e promuovere il sapere.
Dunque, il piano strategico è quello di affiancare le imprese italiane nell’integrazione di servizi cloud e di sistemi di Intelligenza Artificiale. Al contempo, occorre limitare la fuga di dati oltre i confini nazionali: questi ultimi devono rimanere nel Paese. Il quadro coinvolge direttamente anche le Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane, che spesso accusano problematiche legate alla scarsità di risorse per l’innovazione tecnologica.
In questo contesto si inserisce il cloud ibrido: un’infrastruttura in grado di garantire efficienza, protezione dei dati e conformità con i principi di sovranità europea. Ma più precisamente rappresenta un punto di incontro tra il public cloud e il private: un cloud ibrido che permette di integrare l’hyperscale, nonché una capacità informatizzata in grado di utilizzare una scalabilità estrema senza intaccare il controllo operativo. Una tale struttura si traduce in un vero e proprio “plus”, uno strumento competitivo a tutti gli effetti.
La sfida, più in generale, è di assicurare un allineamento con quanto previsto nell’AI Act europeo. In questa direzione, ci sono tre passi fondamentali da eseguire: l’installazione di supercomputer in data center sul suolo nazionale in luoghi strategici, come università, Pubbliche Amministrazioni (PA) e startup; lo sviluppo di un modello linguistico in lingua italiana, per interpretare le peculiarità culturali e semantiche del territorio nazionale; l’implementazione dell’applicazione AI for Work, piattaforma capace di affiancare i dipendenti individualmente e nel rapporto con il team.
Inoltre, è stato realizzato un AI Center of Excellence per definire e implementare le competenze necessarie per fare dell’autonomia tecnologica una meta da raggiungere rapidamente. Ma quale deve essere il punto di partenza? Senza dubbio, occorre partire da un processo di apprendimento solido e orientato alle nuove piattaforme.
Quando un’AI è sovrana? Un’infrastruttura di AI può essere definita sovrana quando vi è una base industriale e culturale autonoma, particolarmente competitiva nell’ambito dell’innovazione ma non carente in tema di sicurezza. Dunque, in Italia la strategia è di spianare la strada verso un’AI in cui la sovranità non è un qualcosa di accessorio ma una condizione necessaria.
L.V.
Diritto dell’informazione
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