IN ITALIA VA MIGLIORATA L’EDUCAZIONE DIGITALE

Le cosiddette competenze digitali nella società della conoscenza sono considerate cruciali per promuovere l’alfabetizzazione digitale, l’alfabetizzazione mediatica ed il superamento del divario digitale e delle ingiustizie sociali, la promozione dell’innovazione sociale e l’inclusione sociale.

Tali competenze sono considerate strategiche perchè in grado di rispondere alle sfide della contemporaneità. Questa profonda trasformazione investe pesantemente anche i sistemi di apprendimento lungo tutta la vita (istruzione, formazione, lavoro), perché occorre fornire alle persone le giuste competenze sia per vivere nella società digitale, sia per guidare il cambiamento pervasivo che è sotto i nostri occhi.

L’Osservatorio scientifico dell’associazione no profit “Movimento Etico Digitale”, fondata dal social media coach Davide Dal Maso, ha svolto un sondaggio somministrato a oltre mille ragazzi italiani e altrettanti europei, sulle potenzialità e i rischi del web. A seguito dei dati raccolti, Dal Maso chiede l’istituzione della Giornata Europea sulla Cittadinanza Digitale.

Dal sondaggio emergono, infatti, le crepe profonde del sistema digitale ed informatico italiano.

Il 67% dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 18 anni vede il web come un ambiente positivo in cui si sente a proprio agio sul web, tra social media, gaming e streaming. “Questo perché i ragazzi coinvolti nella servey usano il web per divertirsi e creare nuove amicizie, per informarsi sull’attualità, per aumentare le proprie competenze acquisendo contenuti nuovi e implementando la conoscenza delle lingue con corsi gratuiti, per far sentire la propria voce su una serie di tematiche sensibili (come diritto a una sessualità libera, contrasto all’omofonia, …) e per potersi raccontare liberamente”, afferma Dal Maso.

Il 74% di questi giovani italiani non ha però nessun insegnamento finalizzato all’uso critico del web, diversamente dalla metà dei ragazzi europei. Infatti, la questione del gender gap, la lotta al razzismo e alla povertà nel mondo sono i temi che stanno più a cuore agli italiani; il climate change, la lotta alla povertà nel mondo ed i pericoli in rete sono quelli che sentono con maggior urgenza i ragazzi europei.

Per Dal Maso, “è incredibile come in un momento storico quale quello che viviamo, in cui i ragazzi passo più di due mesi l’anno sullo smartphone (dato Osservatorio Scientifico sull’Educazione Digitale febbraio 2021), non sia ancora stata implementata un’educazione efficace alla cittadinanza digitale”.

Inoltre, nell’ultimo anno e mezzo, il digitale è ancora di più entrato nella vita quotidiana di tutti noi, compresi i giovani, per via dell’accelerazione avuta con la pandemia di Covid-19, che ha costretto il sistema scuola ad organizzare la didattica a distanza servendosi dei mezzi digitali a disposizione.

Così ancora Davide Dal Maso, che nel 2019 è stato inserito da Forbes tra i cinque under 30 italiani più influenti nel settore Education , evidenzia come “La cittadinanza digitale è un tema cardine del futuro della nostra società e possiamo definirla come l’unione tra l’educazione civica e l’educazione digitale, quindi da un lato la formazione ai propri diritti e doveri come cittadini e dall’altro la consapevolezza che le azioni che si effettuano on-line e off-line hanno un impatto nel presente e nel futuro per sé stessi e per gli altri”.

Quello che si posta, si commenta, si carica su profili e piattaforme, insomma, lascia tracce (quasi) indelebili: ecco perché ieri è stata lanciata la campagna #CittadiniDigitali.

Per Dal Maso, infatti, non è possibile che “in un momento storico come questo, solo un giovane su quattro in Italia abbia ricevuto formazione sulle tematiche digitali”.

Tutti gli altri rientrano in quel 74% di intervistati che alla domanda “Qualcuno ti ha insegnato a essere un cittadino digitale?” ha risposto “no”. Tra gli europei va decisamente meglio: solo il 47,6% degli intervistati.

Non solo: gli adolescenti italiani hanno ammesso di utilizzare i social praticamente solo per divertimento, dal momento che alla questione “Hai mai partecipato ad un’iniziativa, fatto una condivisione su Instagram o sostenuto una petizione on-line per sostenere una causa sociale?” si è espresso positivamente appena il 33,1%.

Tra i coetanei stranieri invece il doppio, il 63,7 %, usa Instagram, TikTok, Facebook o Twitter per supportare battaglie quali la lotta al gender gap, al razzismo, alla povertà, i cambiamenti climatici e i pericoli nella rete.