Un’indagine condotta dal Washington Post ha cercato di esplorare questo fenomeno raccogliendo e analizzando le cronologie di utilizzo di più di mille utenti statunitensi monitorati per sei mesi. I risultati hanno evidenziato una forte variazione nei livelli di utilizzo: alcuni utenti all’inizio usavano l’app solo sporadicamente, mentre altri passavano già diverse ore al giorno a scorrere i contenuti. Col tempo anche molti degli utenti occasionali hanno iniziato a trascorrere sempre più tempo sulla piattaforma, facendo emergere un comportamento assimilabile a quello di una vera e propria dipendenza.
Ciò che rende TikTok così coinvolgente è il suo potente algoritmo, capace di offrire un flusso continuo di contenuti personalizzati e perfettamente coerenti con gli interessi individuali. Secondo i dati di Cropink, già nel 2023 gli utenti globali trascorrevano mediamente 34 ore al mese sulla piattaforma, con picchi ben più alti in Paesi come il Regno Unito e il Nord America, dove si superavanole 45 ore mensili. Questo tempo, sottratto alla vita reale, rappresenta un rischio concreto per le relazioni sociali e le attività quotidiane; molti utenti, infatti, dichiarano di non riuscire a smettere di usare l’app nonostante la consapevolezza di dover fare altro.
Le preoccupazioni si estendono anche al contesto urbano e scolastico: nell’ottobre 2025 la città di New York ha intentato una causa contro diverse piattaforme, tra cui TikTok, Instagram, Facebook, YouTube e Snapchat, accusandole di alimentare una vera e propria crisi di salute mentale tra i giovani. Secondo l’amministrazione comunale, l’uso eccessivo di questi social interferisce con il normale funzionamento delle scuole e impone un pesante carico sui servizi pubblici, in particolare quelli sanitari. Le aziende sono accusate di aver progettato consapevolmente le loro piattaforme per stimolare la dipendenza, pur conoscendone le conseguenze psicologiche.
Il fenomeno della dipendenza da TikTok appare dunque reale e complesso, alimentato da meccanismi tecnologici sofisticati e da un contesto sociale in continua trasformazione. I dati raccolti e le reazioni istituzionali confermano che il tema richiede un’attenzione crescente, non solo da parte dei singoli utenti, ma anche delle autorità pubbliche e dei legislatori, chiamati a definire nuove forme di regolamentazione e di tutela per affrontare una sfida che coinvolge ormai milioni di persone in tutto il mondo.
S.B.
Diritto dell’informazione
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