LA LEGGE NEL METAVERSO

Oggi il Metaverso è una piattaforma sulla quale gli utenti sono riusciti a creare una sorprendente varietà di spazi privati, come musei, biblioteche, negozi di dischi dove è possibile ascoltare tutto ciò che è presente in magazzino, regni fantasy e addirittura la fedele ricostruzione di un grande magazzino americano di fine anni Novanta.

Ma cosa ancora più importante, il Metaverso  ha permesso alle persone transgender di socializzare ed esprimersi esplorando la propria identità, ai disabili di sentirsi liberi nella realtà virtuale e a subculture come quella dei furry o degli otherkin di costruire ritrovi per sé e la loro cerchia. Le toccanti interviste di Smith ai membri di questi gruppi ci ricordano quanto è vasto il potere dell’anonimato online.

Vale la pena ricordare che il Metaverso non è interamente di proprietà di Meta. La realtà è che la parola “metaverso” descrive tutte le esperienze di realtà aumentata e virtuale in rete, indipendentemente da chi le controlla. Sebbene l’attenzione sia comprensibilmente concentrata su Horizon World – le aspirazioni di Meta sono di farne una piattaforma di social media per tutte le occasioni – esistono anche progetti diversi. Ma non possiamo permetterci di affidare la regolamentazione del Metaverso a un’unica società.

Attualmente nella maggior parte degli spazi online manca la percezione degli utenti come detentori di diritti individuali. La combinazione di leggi nazionali e sovranazionali esistenti, nonché di politiche specifiche per le piattaforme, può garantire che il diritto alla privacy, per esempio, ci segua ovunque andiate nel Metaverso.

Dovremmo partire dal presupposto che tutti gli utenti degli spazi di realtà virtuale e realtà aumentata hanno diritti inalienabili che dovrebbero orientare le politiche. Ogni individuo ha il diritto alla privacy, all’anonimato, al controllo dei propri dati e della propria esperienza. Le leggi dell’Unione europea che regolano la privacy e il controllo sui dati, come il Gdpr, forniscono un modello che dovrebbe coprire molte proprietà esistenti del Metaverso.

Sulla maggior parte delle piattaforme di realtà virtuale, le aziende dovrebbero essere responsabili dello sviluppo di un comportamento prosociale fin dalle fondamenta: per esempio, implementando strumenti che proteggano gli utenti e diano loro il controllo del proprio spazio. Dare ai giocatori la possibilità di decidere come interagire e come ci si debba relazionare a loro è fondamentale per arginare gli abusi online. Per quanto riguarda la progettazione, sarà fondamentale costruire spazi che proteggano l’espressione individuale scoraggiando quella indesiderata. Una solida moderazione dei contenuti negli spazi virtuali sarà la chiave per garantire questo obiettivo.

Le leggi esistenti possono già essere applicate agli spazi del Metaverso, ma è fondamentale riconoscere che le interazioni online sono reali e hanno un peso.