LA PRIVACY SCOLASTICA LIMITA IL FREEDOM OF INFORMATION ACT

L’accesso civico non è un passepartout. La privacy di docenti, personale amministrativo, studenti e famiglie sbarra la strada al Foia (Freedom of information act) italiano. È quanto emerge dai pareri del Garante della privacy formulati a proposito dell’applicazione di questo strumento di trasparenza amministrativa, previsto dall’articolo 5, comma 2, del d.lgs. 33/2013.

Al contrario l’accesso civico deve essere bilanciato con la tutela della riservatezza. Il bilanciamento è affidato ai singoli enti, quando ricevono un’istanza di accesso civico, ed anche al Garante che è chiamato a dare il parere nel caso sorgano questioni che interessano la disciplina della tutela della riservatezza.

Nella relazione del Garante per l’anno 2022, presentata a luglio 2023, sono stati riportati casi rilevanti per il mondo della scuola, evidenziando la delicatezza della questione. Ad esempio, si è ritenuto che la divulgazione dei curricula e degli allegati contenenti informazioni sensibili sui docenti, come dati anagrafici, residenza, e-mail e numeri di telefono, potesse costituire una violazione della loro privacy.

Un altro caso riguardava la richiesta di accesso civico riguardante i titoli di studio di un insegnante per partecipare a un concorso. Tuttavia, il Garante ha respinto tale richiesta, poiché divulgare tali informazioni avrebbe potuto danneggiare la privacy del docente coinvolto, mettendo a rischio la sua reputazione professionale e personale.

Anche le richieste relative alle ferie dei dipendenti e alle valutazioni del personale, inclusi i dirigenti, sono state considerate intrusioni nella privacy individuale e quindi non consentite.

Ulteriori tentativi di ottenere informazioni tramite l’accesso civico riguardanti i titoli di studio, le e-mail scambiate tra un’amministrazione e soggetti esterni e i registri di presenza e assenza degli alunni sono stati ugualmente negati dal Garante, poiché avrebbero potuto violare il diritto alla segretezza delle comunicazioni e compromettere la riservatezza degli interessati, soprattutto in caso di minori.

In sintesi, il Foia (Freedom of information act) italiano non può essere applicato alle scuole se ciò mette a rischio la privacy del personale, degli studenti e delle loro famiglie. L’accesso civico è uno strumento di trasparenza, ma è soggetto a limiti e va bilanciato con la tutela della riservatezza degli individui coinvolti.