L’AI TRASCRIVE IL PENSIERO

I ricercatori dell’Università del Texas (Austin) hanno recentemente pubblicato, sulla rivista Nature
Neuroscience, uno studio in cui, combinando i dati provenienti dalla risonanza magnetica
funzionale del cervello e un modello conversazionale di AI, sono riusciti a trascrivere il pensiero. In
particolare, lo studio si è svolto su tre volontari mentre ascoltavano 16 ore di podcast narrativi.

Lo studio mostra come sia possibile decodificare cosa sta pensando una persona andando ad
associare ogni parola, frase o periodo con un particolare pattern di attività cerebrale. Il punto di
partenza è la risonanza magnetica funzionale cerebrale, un esame con cui si misura il flusso
sanguigno che irrora regioni diverse del cervello. Raccolti i dati, i ricercatori hanno creato, per ogni
persona, mappe che collegano l’attività cerebrale con l’ascolto di una certa parola. Usando poi il
modello Gpt si sono generate diverse possibili frasi associate allo stimolo celebrale e, per ognuna,
si è calcolata la correlazione con l’attività cerebrale registrata. In caso di forte correlazione, la frase
è considerata effettivamente pensata e viene trascritta.

L’obiettivo originale dello studio è poter fornire assistenza a persone mentalmente coscienti ma
incapaci di parlare fisicamente. I risultati dello studio sono l’ultimo tassello di una ricerca che va
avanti da tempo. Già nel 2021, infatti, uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine
aveva ideato un sistema di sensori applicati alla corteccia motoria per cercare di decodificare e
tradurre il pensiero di soggetti paralizzati e impossibilitati a parlare; il sistema era riuscito a
convertire un discorso pensato in un testo reale.

In merito ai test su persone che non avevano eseguito lunghe sessioni di risonanza, l’intelligenza
artificiale non è stata in grado di trascrivere nessuna attività cerebrale spontanea. Alexander
Huth, uno dei neuroscienziati coinvolti nella ricerca, ha detto al New York Times che i prossimi
passi saranno quelli di provare a rendere il sistema ancora più pratico da utilizzare, tentando di
replicarlo con l’elettroencefalogramma. Adesso gli scienziati stanno arrivando alla comprensione
di quello che avviene nel cervello.

(C.D.G.)