L’APP DI FITNESS CHE NON TUTELA LA PRIVACY

La funzionalità “Heatmap” dell’app, che utilizza i dati GPS per creare una mappa di calore delle attività sportive degli utenti, potrebbe rivelare involontariamente l’indirizzo di residenza di questi ultimi. L’individuazione dell’indirizzo non è precisa, ma può essere ottenuta attraverso un’analisi delle mappe di calore associate agli utenti. In aree poco popolate, infatti, è possibile individuare le attività sportive degli utenti e quindi il loro indirizzo di partenza o arrivo, che può coincidere con la loro abitazione.

Secondo i ricercatori, la probabilità di scoprire l’indirizzo di residenza di un utente attraverso la funzione Heatmap di Strava è del 37,5% se si considera una soglia di 100 metri. Per proteggere la privacy degli utenti, i ricercatori consigliano di disattivare la funzione Heatmap, mantenere il profilo privato o avviare il tracciamento lontano dall’abitazione. Inoltre, suggeriscono che Strava estenda le “hidden zones” alle mappe di calore, in modo da impedire l’individuazione delle attività sportive degli utenti in determinate zone sensibili.

La scoperta dei ricercatori mette in luce l’importanza della privacy nella raccolta e nell’utilizzo dei dati personali degli utenti da parte delle app, soprattutto quando questi dati possono essere utilizzati per rivelare informazioni delicate come l’indirizzo di residenza. Gli utenti di Strava e di altre applic di fitness tracking dovrebbero essere consapevoli dei rischi per la privacy e adottare le precauzioni necessarie per proteggere i propri dati personali.

(F.S)