L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER I NON VEDENTI

Be My Eyes ha il compito di aiutare i non vedenti a esplorare il mondo che li circonda grazie alla tecnologia degli smartphone. Nata nel 2015, l’app sviluppata dall’omonima startup danese mette in contatto gli utenti ciechi con un network di volontari vedenti che, attraverso una videochiamata, “prestano” i loro occhi per osservare e descrivere ciò che osservano attraverso la videocamera del dispositivo.

Be My Eyes sta sviluppando una versione beta dell’applicazione che si appoggia a un assistente virtuale basato su GPT-4, la più recente versione del modello di intelligenza artificiale di OpenAi. GPT-4, a differenza del predecessore GPT-3.5, è infatti un sistema multimodale: come input può accettare non solo il testo ma anche le immagini, di cui può scansionare i contenuti per contestualizzarli in risposta a un comando scritto.

I risultati ottenuti finora e il feedback dei beta-tester sono molti positivi tanto da convincere la startup ad accelerare i tempi di rilascio della nuova funzione, che già nei prossimi mesi potrebbe essere aperta a tutti gli utenti.

“Ciò che distingue lo strumento del Volontario Virtuale dalle altre tecnologie di interpretazione delle immagini oggi disponibili è il contesto, con un livello più profondo di comprensione e capacità di conversazione mai visto prima nel campo degli assistenti digitali”, ha spiegato la startup in un post di presentazione della nuova funzione. “Ad esempio -aggiungono dalla startup- se un utente invia una foto dell’interno del proprio frigorifero, il Virtual Volunteer non solo sarà in grado di identificare correttamente il contenuto, ma anche di estrapolare e analizzare cosa si può preparare con quegli ingredienti. Lo strumento può anche offrire una serie di ricette e inviare una guida passo-passo su come prepararle”.

 

(V.M)