Il laboratorio veneziano dell’Iit, il Centre for cultural heritage technology (Ccht), ha addestrato i modelli di AI per individuare gli scavi archeologici clandestini e per contrastare il traffico illegale di beni culturali, attraverso un metodo già utilizzato in passato per il tracciamento del commercio illecito di animali esotici.
In Italia il maggior numero di scavi illeciti risulta essere in regioni come la Toscana, la Puglia e la Sicilia, ed è proprio in queste zone che le attività di ricerca sono state supportate da tecniche di Intelligenza Artificiale che, confrontando l’evoluzione delle immagini satellitari nel corso del tempo, permettono di riconoscere le variazioni del suolo che potrebbero essere indicatori di scavi clandestini.
L’introduzione dell’AI in ambito archeologico non si limita solo all’Italia, ma ha avuto un’espansione internazionale. In Siria, dove sono stati documentati numerosi casi di saccheggio e di vandalismo di siti archeologici, viene utilizzata una metodologia ibrida che coniuga algoritmi di machine learning con dati ambientali, immagini satellitari e proxy vegetazionali. Questo tipo di sistema è pensato per fornire delle mappe di rischio proattive, per indirizzare controlli e protezioni prima che le aree di interesse vengano manomesse.
Il Ccht sta focalizzando le sue attenzioni anche sull’enorme mole di reperti archeologici conservati nei magazzini dei musei che sono invisibili al pubblico e talvolta anche ai professionisti. È stata infatti sviluppata una piattaforma robotica per la digitalizzazione 3D dei manufatti con acquisizione automatica delle immagini e delle misure, al fine di fornire una documentazione più completa possibile degli oggetti nei magazzini.
Ultimo settore in cui il Ccht è attivo è quello della trascrizione automatica dei manoscritti antichi. L’AI viene addestrata per riconoscere le diverse calligrafie, i tratti manuali e gli stili grafici, con l’obiettivo di rendere digitalmente accessibili fonti storiche fino ad oggi di difficile consultazione. Il centro lavora inoltre a stretto contatto con esperti di assiriologia per studiare le tavolette delle biblioteche di Assurbanipal, al fine di identificare pattern visivi (fori, segni o micro-tracce) e metterli in relazione con i testi incisi, supportando così gli studiosi nell’interpretazione di simboli ancora non decifrati.
S.B.