Lo Smart Working, fra innovazione digitale e strategie formative

Lo sviluppo e l’evolversi della pandemia legata al COVID-19 ha contribuito a confermare una tendenza ormai ben nota legata a come il nostro paese è in grado di far fronte alle esigenze che di volta in volta si presentano nella naturale evoluzione della vita umana : eccellente nelle situazioni di emergenza, dove sia dal punto di vista personale che da quello legato alle varie comunità territoriali, diamo il meglio di noi stessi, fortemente deficitario quando si tratta di programmare, pianificare gli sviluppi evolutivi della società civile in funzione dei cambiamenti tecnologici e delle svariate forme di innovazione che nel tempo si presentano davanti ai nostri occhi.

Un esempio altamente significativo è quello dello Smart Working, un modello di lavoro agile innovativo che avrebbe dovuto obbligare da tempo le organizzazioni ad intraprendere quella trasformazione dei propri processi organizzativi ritenuta necessaria per un pieno recupero della propria competitività in un mercato planetario in continuo cambiamento.

Dunque la trasformazione digitale, la “Digital Disruption”, i nuovi paradigmi digitali, i cambi organizzativi legati al digitale. E’ evidente come il digitale sembra essere entrato in tutti gli aspetti della nostra vita, sia in quella pubblica che in quella privata, promettendo da un lato efficienza e maggiore capacità produttiva, dall’altro maggiore benessere e ottimale utilizzazione del tempo libero da dedicare alla famiglia e/o ai propri interessi. Se ci riferiamo in particolare agli aspetti professionali e ci interroghiamo su cosa effettivamente promette l’introduzione del digitale all’interno delle organizzazioni industriali ed istituzionali certamente dovremmo rispondere che nelle prime (aziende industriali, PMI, Start-up) esiste un obiettivo assodato di un recupero di efficienza e di competitività in un contesto di mercato sempre più globalizzato mentre nelle seconde (utilities, ministeri, organizzazioni territoriali sanitarie) si deve far riferimento soprattutto alla maggiore efficienza dei servizi che le istituzioni stesse per mandato devono poter erogare al cittadino. In particolare le risposte alle richieste che vengono dalla collettività debbono poter essere gestite attraverso interventi più strutturati e con un certo grado di direttività. Dunque il primo passo è costituito dall’introduzione delle nuove tecnologie digitali all’interno delle organizzazioni per ottenere:

Il secondo driver fondamentale per traguardare gli obiettivi indicati dal sentiero digitale è costituito dalla formazione e dalla creazione di skill adeguati, in grado di guidare il processo di introduzione delle tecnologie digitali soprattutto all’interno di un’organizzazione complessa. Questo processo deve essere gestito in primis a livello manageriale e, dunque, è assolutamente fondamentale che i soggetti che cercano di trarre dall’introduzione del digitale la nuova linfa vitale  per un riposizionamento adeguato delle proprie ambizioni competitive si dotino di figure professionali adeguate, Innovation Manager preparati e competenti, allo scopo di affidare ad essi la guida della trasformazione in azienda andando ad operare con relativa autonomia su tutti i processi vitali che costituiscono l’ossatura stesa del soggetto industriale.Ed è proprio questo il punto cruciale della trasformazione digitale : non si tratta infatti soltanto di una attività di introduzione di tecnologie innovative all’interno di strutture spesso poco propense a recepire i valori del cambiamento, ma è necessario che l’introduzione del digitale indirizzi un vero e proprio cambiamento di paradigma nel modo di lavorare e nell’organizzazione stessa del lavoro all’interno dell’azienda.

E’ necessario rivedere tutti i processi interni alle organizzazioni, le modalità di interazione fra gli stessi e come gli stessi processi debbono relazionarsi con i clienti esterni e gli stakeholders del proprio mercato di rifermento.

Dunque una rivoluzione tecnologica e organizzativa allo stesso tempo. Le tecnologie che abilitano le trasformazioni strutturali e conferiscono maggiore efficienza all’interoperabilità fra le differenti unità divisionali di un’organizzazione.

Lo Smart Working rappresenta evidentemente un modello organizzativo che risponde in modo efficace a queste esigenze di cambiamento e di efficienza indirizzate dalla trasformazione digitale.

Per la realizzazione di un modello di Smart Working pensato e ipotizzato all’interno di un processo di trasformazione digitale occorre porre grande attenzione ad una serie di elementi componenti che complessivamente contribuiscono a soddisfare un requisito fondamentale a cui tendere: la completa virtualizzazione dell’ambiente di lavoro, cioè a dire che in postazione di smartworking il comportamento della persona dovrebbe tendere ad essere assolutamente identico a quello che avrebbe se si trovasse nel proprio ambiente di lavoro.

 

Tutto quanto espresso in precedenza presuppone una programmazione adeguata del percorso innovativo ed una introduzione graduale di tutti gli elementi che compongono il percorso stesso. Durante lo sviluppo delle attività è importante prevedere delle fasi di test e di generazione di feedback attraverso le quali il percorso innovativo è in grado di raggiungere la sua piena maturità e massimizzare la sua efficacia.

Quando si lavora in emergenza, come è accaduto purtroppo in tempo di COVID-19, e si attivano iniziative con forti contenuti innovativi senza una adeguata preparazione ex-ante, si creano situazioni dannose per l’ambiente e per le persone stesse alle quali successivamente risulta difficile porre rimedio adeguato.

Ci auguriamo che il nostro paese abbia ben compreso la lezione.